RADICALI ROMA

Cannabis, il Tar annulla il decreto il governo azzera le dosi tollerate

Dopo la sospensione del 15 marzo scorso il Tribunale am­ministrativo del Lazio annulla il decreto del ministro Livia Turco che innalzava da 500 milligrammi ad un grammo di principio attivo la quantità massima di cannabis oltre la quale scattano le sanzioni penali. In serata la Turco annun­cia chela sentenza del Tar autoriz­za l’abrogazione del decreto precedente, quello firmato da Berlusconi e Castelli. Il governo, dun­que, rinuncia all’annunciato ri­corso al Consiglio di Stato. Mentre la  maggio­ranza  s’im­pegna a pre­sentare en­tro poche settimane il disegno di legge che modificherà radicalmen­te la leggeFini-Giova-nardi sulla detenzione ed il consu­mo delle so­stanze stu­pefacenti.
 
Il Tribu­nale ammi­nistrativo regionale del Lazio è entrato que­sta volta nel merito del provvedimento ministeriale dello scorso 13 novembre col quale si innalza­va il quantitativo massimo di can­nabis che può essere detenuto per uso esclusivamente personale. I giudici hanno così accolto il ricor­so proposto dal Codacons, dal­l’Associazione Articolo 32 e dall’Associazione italiana per i diritti del malato. Il decreto, sottolinea­no i giudici del Tar nelle loro moti­vazioni, «non spiega le ragioni del­le scelte operate, né esse vengono adeguatamente giustificate sulla base di approfondimenti tecnici specifici sugli effetti dannosi delle sostanze stupefacenti in questio­ne». In pratica non viene conside­rato congruo il raddoppio delle quantità perché non supportato da un’istruttoria tecnico-scienti­fica. Sostegno al ministro della Sa­lute arriva dal ministro della Soli­darietà Sociale, Paolo Ferrero se­condo il quale il decreto era «corretto», poiché la sua finalità era «quella di evitare che una persona rischiasse di andare in galera co­me spacciatore quando invece è semplicemente consumatore di qualche spinello».
 
Per Carlo Giovanardi, firmatario del decreto sulle droghe del go­verno Berlusconi, «la decisione del Tar del Lazio che ha annullato il decreto Turco è un atto dovuto, nel momento in cui è apparso chiaro che questa decisione è sta­ta assunta senza nessuna motiva­zione di ordine tecnico scientifi­co». Duri anche i commenti di Forza Italia: secondo Domenico Di
Virgilio, capogruppo in commissione Affari sociali della Camera, «quella del Tar è una bocciatura che conferma la gravita della scel­ta assunta dalla Turco, un perico­lo per tanti giovani e per le loro fa­miglie. Torno a chiedere, anche a nome degli altri componenti di Forza Italia della commissione Af­fari Sociali della Camera, le dimis­sioni del ministro della Salute».
 
Sul fronte della maggioranza Daniele Capezzone, esponente della Rosa nel Pugno sostiene che «quel che è grave è l’automaticità, la sistematicità, la naturalezza con cui si assiste al fenomeno di una magistratura che interviene creando diritto, entrando nel campo del parlamento e del go­verno». Per Ignazio Marino, presi­dente della Commissione Sanità di Palazzo Madama «resta, ed è quanto mai urgente, il problema di correggere e rivedere la Fini-Giovanardi e di procedere al più presto all’approvazione di una nuova legge sulle tossicodipendenze».