«Voglio dimostrare che non tutta la politica fa parte della “casta” e che c’è ancora qualcuno pronto a fare scelte a proprie spese». Così l’ex segretario dei Radicali italiani, Daniele Capezzone spiega le sue dimissioni da presidente della commissione Attività produttive di Montecitorio. L’annuncio è arrivato ieri con una lettera al presidente della Camera, Fausto Bertinotti, che contiene anche le dimissioni dal gruppo della Rosa nel Pugno. E quando la terza carica dello Stato informa l’Aula, scoppia la bagarre (fischi e applausi si confondono). Da un lato esponenti della Cdl, come l’azzurro Maurizio Sacconi, che si complimentano con la decisione dell’ex radicale: «Lui sì è un vero liberale». Dall’altro, i parlamentari dell’Unione che, ironicamente, prendono atto della «coerenza» dell’onorevole rispetto al dissenso espresso da tempo nei confronti della coalizione di cui faceva parte. Motivo della scelta? «La maggioranza politica e il governo attuali — scandisce Capezzone — non esistono più».
Il suo è un giudizio netto…
«La situazione è sotto gli occhi di tutti, indipendentemente da quanto accadrà al Senato. Anche se il governo dovesse farcela, la sua azione è priva di vita».
Ci sono margini di recupero?
«Non ne vedo. Lo dimostra la Finanziaria di quest’anno. Dopo l’aumento delle tasse del 2006, sarebbe stato un buon segno restituire ai cittadini il cosiddetto tesoretto riducendo la pressione fiscale o il debito pubblico».
Invece, cosa è successo?
«La parola d’ordine una: ‘spendere’. Si aumenta la spesa pubblica a dismisura per puntellare una maggioranza unita solo dal potere».
Qual è la via d’uscita? Nuove elezioni?
«La legge elettorale non può essere usata come un alibi per non votare mai. Bastano due settimane per verificare se esistono margini di accordo. Si può benissimo andare al voto a febbraio-marzo».
Nell’eventualità, da che parte starà? Il centrodestra ha commentato positivamente le sue dimissioni…
«Guardi, al momento voglio portare avanti i temi del mio network “Decidere.net”, quindi una politica che sia pronta a tagliare le tasse. Dialogherò con quanti condividono queste idee».
D’accordo, ma in concreto?
«Non c’è nessun progetto. È prematuro parlarne».
Quanto ha influito l’allontanamento graduale dai Radicali?
«Guardi, non è questo il punto e per quanto mi riguarda non voglio fare polemiche o lanciare accuse. Posso solo dire che la Rosa nel Pugno si è consegnata mani e piedi a Prodi. Peggio per loro, a cominciare da Pannella e Bonino. Tuttora, moltissimi Radicali sono convinti delle cose che dico e che faccio».