La candidatura nelle fila dell’ulivo in quota Margherita della Presidente del Comitato Scienza e Vita Paola Binetti è la conferma di una linea politica di estremismo proibizionista sulla scienza, scelta da Francesco Rutelli già in occasione dell’approvazione della legge 40, poi del sostegno alla campagna di sabotaggio astensionista e della presentazione di una proposta di legge che aggraverebbe ulteriormente le proibizioni esistenti per la ricerca sulle cellule staminali di derivazione embrionaria. La candidatura della Binetti è un elemento di chiarezza su una linea politica che si scontra frontalmente non solo con la posizione, ma con la battaglia che è stata condotta, pur con molti ritardi e difficoltà, da tutti gli altri partiti dell’Unione eccetto l’Udeur, e da moltissimi di coloro che saranno candidati nella lista dell’Ulivo, a partire da Piero Fassino.
Se è vero che non si discutono le liste altrui, è anche vero che, a questo punto, si rende necessario un segnale di chiarezza nei confronti della stragrande maggioranza del popolo del centrosinistra, che è nettamente contrario ad ogni deriva di estremismo clericale.
Non pretendiamo che il Programma dell’Unione faccia proprio l’obiettivo dell’abolizione della legge 40, che comunque perseguiamo insieme a decine di parlamentari dell’Unione e centinaia di scienziati che hanno sottoscritto un manifesto appello in quella direzione.
Chiediamo però che, quantomeno, Prodi si impegni a modificare la posizione minoritaria assunta in questi anni dal Governo italiano in sede di Unione europea a favore del blocco totale dei finanziamenti previsti sulla ricerca scientifica sulle cellule staminali derivate da embrioni sovrannumerari.