RADICALI ROMA

Cavaliere alle corde con Emma, poi accusa Floris: com’è fazioso

  Come a scuola, Berlusconi, il primo della classe, fa la spia. Si alza all’improvviso dal set di “Ballarò”, tira la giacca a Giovanni Floris che vorrebbe dare la parola a un tributarista, e lo prende sottobraccio: “Adesso le spiego io qual è il fatto interessante in questo momento, quello che lei vorrebbe oscurare. Li vede? Il signor Bertinotti e la signora Bonino stanno litigando…”. E’ il momento clou della serata, la fotografia di un altro appuntamento televisivo surreale: il capo del governo fa il suggeritore con l’indice puntato, Floris invita alla calma, quasi fosse in corso un attentato. Ed Emma Bonino? No, non può stare seduta a guardare e dunque si alza pure lei dalla poltrona, inseguita dalla telecamera. Sta per andare in onda un duello in piedi, il Cavaliere contro la signora della Rosa nel Pugno. Ma il conduttore di “Ballarò” blocca la deriva, e riesce infine a far parlare di economia un imbarazzato professore in linea. Cosa che Berlusconi non gli perdonerà, come tantomeno la domanda a fine trasmissione sui milioni passati da un conto Fininvest al giudice Squillante, via Cesare previti: “Floris è un fazioso, anche i cameraman a “Ballarò” fanno le inquadrature da faziosi, gente così noi non ce l’abbiamo perché siamo dei liberali”.

 

 

 

Serata terremotata con un Bertinotti sfibrato dalle solite tirate anticomuniste, quelle sui cento milioni di morti di Stalin “(“Basta con questa storia!”). Ma è “Emma” che si conquista il ruolo di competitor ufficiale. Berlusconi la chiama così nel vano tentativo di rabbonirla, lei gli restituisce ogni provocazione con gli interessi (“Caro presidente mi ha definito una volta protesi di Pannella. Si ingoierà questa espressione!”). Il capo del governo l’accusa di “intelligenza con il nemico, voi radicali avete fatto un cambiamento di 360 gradi, state negando le vostre radici, regalate alla sinistra 63 seggi in Parlamento”. “Ma mi faccia il piacere presidente, noi non abbiamo cambiato di una virgola, è lei che ci ha deluso, che non ha fatto le riforme liberali, che non ha mantenuto le promesse, pensi piuttosto a quel che fa Calderoli, penso a quel che lei stesso ha detto sui bambini bolliti cinesi. Impari a stare al mondo…”. La mascella che si indurisce, gli occhi che vanno a fessura, la signora è andata giù pesante. Lui sibila avvelenato: “”E le tue battaglie sui diritti civili in Cina? Adesso ti metti a difendere gli eccidi di massa?”. Lei si indigna, si sente fuoricampo la voce di Bertinotti, poi ecco che Berlusconi si alza e si avvicina a Floris: “Guarda guarda quei due che stanno litigando…”. La penna che vola nell’aria, la cartella rossa piena di appunti, il libro sul comunismo a portata di mano. Berlusconi ha deciso di non lasciarsi imbrigliare: “Non finirò imbalsamato qui come è successo con Prodi. Lei, Floris, sta oscurando la notizia. Vede, Bonino e Bertinotti litigano su tutto sulla politica estera, sulle privatizzazioni…”. “Pubblicità, pubblicità”, ordina a questo punto il conduttore. Ma la parola pur familiare non sortisce alcun effetto sul Cavaliere che vuole replicare alla Bonino. A telecamere spente, fuori onda esplode la rabbia contro chi lo ha fermato: “Lei, Floris, non può fare così”. Il pubblico appoggia la decisione del conduttore. E lui si arrabbia: “Questa è claque, mi state impedendo di parlare”.

 

 

 

Emma Bonino parte fredda, sorridente, poi si agita: “Presidente, vorrei che dopo il 9 aprile lei si riposasse, campiamo meglio noi e campano meglio moltissimi italiani che oggi campano male”. Al solito si dovrebbe parlare di tasse, economia, futuro. Ma l’incomunicabilità è assoluta. Bertinotti descrive un paese in macerie, con i giovani che non trovano lavoro, gli operai del Sud senza speranza. Dalla cartella escono i dati del presidente: “Ragazzi”, così li chiama un po’ sprezzante, “le vostre sono falsità”. Ma sì, tutto va bene e quel che non va è colpa “della montagna di debito pubblico ereditata dalla sinistra”. Bertinotti contrattacca: “Berlusconi dove vive, quale film ha visto?”. Dialogo tra sordi. Il Cavaliere si sente “nella fossa dei leoni”, circondato da faziosi che non capiscono la grandezza del suo operato. Mentre parla l’esperto di debito pubblico, lui scuote la testa e la telecamera inquadra il suoi appunti. Scritta beffarda: “Un cosiddetto esperto neutrale!”.

 

 

 

La trasmissione va peggiorando come il clima. Berlusconi si è autoconvinto che Floris ha fatto il furbo: “Ha abbassato l’audio per non far sentire quei due che litigavano sul comunismo. Lui le diceva una cosa terribile del tipo: ‘Non puoi permetterti’. Era quella la scena da riprendere ma le telecamere erano altrove”. Per dovere di cronaca segnaliamo anche la presenza di Gianfranco Rotondi, segretario della DC, scelto dal premier in quanto alleato silente e rispettoso. Non ha mai tentato di rubare la scena, si è esibito in una appassionata quanto anacronistica difesa della DC in chiave anticomunista e ha fatto una profezia: “Tra 35 anni ricorderete Berlusconi”.