RADICALI ROMA

Una città “sgovernata” ha fatto e fa comodo a tanti

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di Paolo Violi
A noi romani lo sgombero avvenuto l’altra notte a Primavalle deve farci fare una domanda: lo “sgoverno” della città, e delle case popolari per questa vicenda, alla fine che cosa produce? Una città debole. Che poi si presta a diventare palcoscenico per la propaganda.

È diventata prassi infatti far finta che nella capitale i problemi non siano affrontabili: certo si fa a gara a denunciare la gravità della situazione, ma porre rimedio per carità no. Sembra un paradosso, eppure questo atteggiamento ha avuto un senso. Non per la città, certo, ma lo ha avuto per quei pochi o tanti a cui questo sfascio ha fatto comodo: a chi ha goduto di una rendita politica attraverso le occupazioni, costruendosi così il proprio consenso da spendere quando serve, a chi ha giocato con la paura nel nome della sicurezza, senza poi risolvere i problemi perché altrimenti poi su cosa speculi, e a chi ha beneficiato di una casa popolare pur essendo abbiente.

Risulta infatti che siano molti gli inquilini negli alloggi pubblici a non essere affatto poveri, a danno sia di chi ha diritto ma non si vede assegnare la casa, e sia di chi, a parità di reddito, paga invece come la maggior parte dei cittadini l’affitto o il mutuo a prezzi di mercato.
Sotto ogni punto di vista, un’indifendibile iniquità sociale.
Come se non bastasse, la stessa agenzia che dovrebbe gestire questo patrimonio, l’Ater, è in una situazione altrettanto drammatica, schiacciata da una missione impossibile: far fronte alle spese di manutenzione di un patrimonio enorme e fatiscente con risorse esigue, mentre deve ripagare un debito assurdo accumulato per non aver pagato l’IMU – come se l’agenzia fosse stata un imprenditore immobiliare.

Eppure in altre realtà italiane si sono fatti dei passi in avanti. L’assetto romano è infatti rimasto fermo agli anni ’60, quando la casa popolare era l’unico strumento di welfare. Oggi invece ci sono anche altre politiche, tra cui il sostegno all’affitto, in particolare per quelle persone che sono troppo ricche per gli alloggi pubblici ma troppo povere per affrontare i prezzi di mercato.
Come Radicali il nostro ruolo è quello di far emergere questi aspetti, per togliere terreno a chi specula sui più deboli, in nome di parole d’ordine (emergenza, sicurezza) di cui alla fine non si capisce mai a cosa facciano riferimento di preciso.