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Civitavecchia, Bersani: "Ci vuole il carbone"

Si riaccende la polemica sulla centrale Enel di Civitavecchia. “Bisogna accettare la riconversione a carbone pulito dell’impianto di Torre Valdaliga Nord”, dice il ministro dello Sviluppo economico Pierluigi Bersani, intervenendo all’inaugurazione della centrale Torre Valdaliga Sud, una delle strutture cedute dall’Enel e ristrutturata a ciclo combinato (metano e olio combustibile) dalla società Tirreno Power, attuale gestore.

“Io devo fare il mio mestiere, valutando le condizioni migliori per lo sviluppo economico e produttivo – ha spiegato il ministro – e l’Italia ha bisogno di un mix di combustibili, in base a specifiche quote di gas e carbone. Per il primo non bisogna superare un certo tetto mentre tra le quote del carbone rientra anche Torre Valdaliga Nord. Terremo nel massimo conto le esigenze della popolazione – ha proseguito Bersani – e sara’ offerta tutta la tecnologia possibile per la tutela della salute e dell’ ambiente. Si cerchera’ inoltre di favorire tutte le opportunita’ di sviluppo del territorio”.

Una presa di posizione che suscita subito un vespaio di reazioni. La prima risposta, non di sostegno, arriva da un alleato di maggioranza. “Spiace che proprio all’indomani della presentazione del rapporto del Wwf sullo stato di salute del pianeta il ministro Bersani non trovi di meglio da dire che l’Italia ha bisogno di carbone”, dice il capogruppo dei Verdi alla Camera Angelo Bonelli. “Se dovesse essere terminata la riconversione a carbone di questa centrale – per il parlamentare – quest’ impianto sara’ in grado di emettere 10 milioni di tonnellate di Co2 in atmosfera. Il carbone pulito – spiega – in realtà pulito non lo e’ mai e, peraltro, la Valutazione di Impatto Ambientale fatta dal precedente governo prevede che le colture agricole adiacenti alla costruenda centrale dovranno essere riconvertite da alimentari a no food, a causa delle ricadute degli inquinanti prodotti dall’impianto”.

“Come Verdi siamo pronti a confrontarci con Bersani da un punto di vista scientifico – aggiunge Bonelli – Questo tipo di impostazione risente di una concezione vecchia delle politiche energetiche, che non affronta la questione ecologica e i grandi temi ambientali e del cambiamento climatico, di cui si parla molto nei convegni ma che si fa fatica a tramutare in atti di governo”. Tutti i verdi si allineano nella critica a Bersani, dal consigliere regionale Enrico Fontana all’assessore all’Ambiente della Pisana Filiberto Baratti, successore di Bonelli. Ma critico si dice anche il Prc con il capogruppo alla Pisana Ivano Peduzzi: “Chiaramente non condividiamo le parole di Bersani e confermiamo la volonta’ di perseguire la scelta programmaticha per riconvertire non a carbone, ma a gas la Centrale di Torre Valdaliga Nord. Riteniamo scorretto – prosegue Peduzzi – che il ministro si esprima in questo modo quando per l’8 novembre ha convocato un tavolo con gli enti locali per discutere proprio dell’impianto di Civitavecchia. In questo modo l’iniziativa si trasforma in un atto formale ed inutile”.

Il fuoco di fila contro Bersani coinvolge anche Legambiente: “Lui e questo governo devono decidere quale deve essere la politica energetica per l’Italia, se quella che vuole far crescere il carbone e quindi sotterrare definitivamente la possibilita’ di raggiungere gli importanti obiettivi del protocollo di Kyoto, oppure quella dell’innovazione”. Ma il presidente regionale dell’associazione, Lorenzo Parlati, si rivolge anche alla regione Lazio: “Si deve chiarire le idee anche la Regione che per bocca del Presidente Marrazzo ha sempre contrastato la riconversione a carbone con serieta’ e con atti specifici, ricorrendo anche alle aule dei tribunali, ed oggi improvvisamente per bocca dell’assessore Ranucci cambia diametralmente posizione. Attendiamo che riaffermi subito con chiarezza la propria contrarieta’ al carbone”.

Il sindaco della cittadina rivierasca, Gino Saladini, rimanda invece tutto al vertice di novembre e fa presente che “si dovra’ considerare l’opposizione delle popolazioni dell’alto Lazio all’uso del carbone, oltre a quella dei numerosi Comuni della zona, di cui ora Civitavecchia è capofila”.