RADICALI ROMA

Colle, metà degli italiani vorrebbe le primarie In testa l’attuale presidente della Repubblica

  Per ora se ne parla poco. Solo in commenti specialistici o in colloqui riservati. Ma, subito dopo le consultazioni del 9 aprile, il tema dell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica diventerà attualissimo. E politicamente assai delicato: sia per ciò che riguarda i tempi della procedura, sia, soprattutto, per quel che concerne i nomi dei possibili candidati.
 
 Al riguardo, hanno già iniziato a circolare, come di consueto, diversi nominativi passibili di essere presi in considerazione. E si è accesa una discussione sul metodo di selezione degli stessi. Come si sa, l’elezione del Presidente della Repubblica è operata dal Parlamento a camere riunite, con la partecipazione dei rappresentanti delle regioni. Ma c’è chi, in particolare la Bonino e altri esponenti della Rosa nel Pugno, ha suggerito che, analogamente a quanto si fa sempre più sovente, si adotti il metodo delle primarie anche in questo caso, per una prima cernita dei nomi da sottoporre al vaglio del Parlamento.
 
 La proposta ha trovato un vasto consenso tra gli italiani. Era prevedibile: gli elettori sono da tempo favorevoli alle primarie, viste soprattutto come strumento di riappropriazione della capacità di decidere in prima persona su questioni politiche di rilievo. Lo dimostrano sia la vastissima partecipazione alle primarie già indette, sia gli esiti dei sondaggi di opinione. Ancora nel settembre scorso, quasi il 60% auspicava di designare attraverso le primarie i leader (dell’una o dell’altra coalizione o di entrambe) da candidare alle elezioni.
 
 Questo atteggiamento favorevole è costante e persistente, tanto che oggi grosso modo la stessa percentuale si dichiara favorevole alle primarie per la scelta dei candidati alla massima carica dello Stato. 
 
 Il quadro che emerge riguardo alle primarie per il Presidente della Repubblica è significativamente diverso da quello consueto dei sondaggi su temi politici. Per almeno due circostanze:
 
 – le primarie trovano un consenso trasversale politicamente, di misura pressoché uguale tra gli elettori di centrosinistra e di centrodestra, con solo una lieve accentuazione in questi ultimi.
 
 – esse suscitano particolare approvazione nei segmenti solitamente più disinteressati dalla politica, come i giovani under 24 (63% di favorevoli alle primarie, a fronte di una media del 57% nella popolazione nel suo complesso) e, sia pur in misura lievemente minore, i potenziali astenuti alle prossime elezioni (60% di favorevoli). In entrambi i casi, le primarie vengono evidentemente percepite come un modo per avvicinarsi più facilmente alla politica da parte di chi ne è lontano.
 
 Tra i candidati più «gettonati», era scontato il primato del Presidente uscente Ciampi, indicato da quasi il 50% degli italiani. E lo erano probabilmente anche i consensi ottenuti da personaggi istituzionali come Casini e Berlusconi. Meno prevedibile era, forse, il posizionamento relativamente elevato della stessa Bonino che supera, sia tra gli intervistati nel loro complesso, sia nel sottogruppo degli elettori del centrosinistra, diversi altri nominativi di quell’area (Peraltro, la Bonino risultò nettamente vincitrice in un analogo sondaggio condotto da Giampaolo Fabris in occasione delle elezioni del 1999).
 
 Al di là dei singoli nomi, emerge comunque con chiarezza il «desiderio di primarie» di gran parte dei cittadini. Anche quando si tratta di designare la massima carica dello Stato. Per sentirsi partecipi, senza con questo volersi sostituire al Parlamento.