Roma, 5 maggio 2006 – Oltre 65 milioni di euro spesi in consulenze, contatti a tempo determinato, incarichi professionali e comandi. Ammontano a tanto, ma la cifra è approssimata per difetto, i fondi stanziati dal Campidoglio per incarichi “esterni” al personale dell’amministrazione. In pratica, fra il 2001 e il 2006 il Comune ha speso 55 milioni di euro per contratti a tempo determinato, 2 milioni per incarichi professionali, 7 milioni per comandi (incarichi dati a dipendenti di aziende pubbliche). “Ma è una cifra approssimata per difetto – spiega il capogruppo di An al Comune Luca Malcotti – perché l’abbiamo derivata dalle sole delibere di giunta che assegnano incarichi professionali agli esterni”. In realtà, infatti, gli incarichi vengono poi aggiornati, aumentati, confermati o meno attraverso Delibere Dirigenziali (cosiddette DD) che Malcotti non ha potuto consultare, nonostante esista una norma precisa che prevede l’accessibilità di questi documenti per tutti i consiglieri. “Ogni volta ci veniva posta davanti una scusa diversa: i dati non sono ancora stati messi in rete, ci vuole tempo per informatizzarli tutti, è complicato averli”, spiega il consigliere. Inoltre, le cifre sono si riferiscono a incarichi dati ex novo anno per anno, senza considerare (perché le delibere non lo specificano) se questi siano stati rinnovati anche per gli anni successivi. In quel caso la cifra sarebbe molto maggiore del previsto, e arriverebbe almeno al 50% in più rispetto al dato dei 65milioni. “Diciamo che approssimativamente si tratterebbe di un buon 20% di quanto attualmente proviene dall’Ici (300 mln di euro, ndr), l’imposta sulla prima casa – ha commentato il ministro e candidato sindaco Gianni Alemanno – il che dimostra, che aggiungendo un’adeguata politica di lotta all’evasione fiscale e tassando le II e le III case sfitte (quelle che le imprese immobiliari conservano vuote in attesa di piazzarle sul mercato nel momento più propizio) arriveremo a coprire per altre vie tutta la cifra che attualmente il Campidoglio ricava tassando la casa dei cittadini”. Malcotti ha inoltre presentato una fotocopia delle “dichiarazioni d’intenti” che l’allora candidato a sindaco Veltroni rivolse ai dipendenti comunali prima di essere eletto. In pratica, il primo cittadino scrisse che avrebbe cercato di valersi il meno possibile di costosi consulenti esterni, e promise che avrebbe valorizzato al massimo le capacità degli impiegati comunali. “Questo non è avvenuto, anzi, è stato mortificato l’impegno e la professionalità di chi lavora da anni in Campidoglio, e all’improvviso si ritrova surclassato da esterni”, dice Malcotti.
Come emerge dalle cifre, la spesa più ingente è quella destinata non tanto ai dipartimenti tecnici dell’amministrazione (34%), quanto quella della Giunta, dei singoli assessori (66%). Le spese più grandi per consulenze esterne sono quelle dell’assessorato all’Urbanistica (11%) e quelle personali del sindaco Veltroni (26,84%). Fra le indennità più vistose (cioè fondi dati al consulente in misura extra rispetto agli stipendi) quella del comandante dei vigili Aldo Zanetti: 225 mila euro annui.