RADICALI ROMA

Corriere della Sera – Chi cuce e chi rompe. La tregua armata dilania i democratici

 

Ed. Roma, pag. 2 – In molti ipotizzano Eugenio Patané anche per la segreteria del futuro, del resto sarebbe gradito ai popolari di Enrico Gasbarra, agli ex Ds di Nicola Zingaretti, ai renziani di Paolo Gentiloni: ma il problema, per lui, è che di certo gli tocca il presente del Pd, nel ruolo di reggente del dopo Miccoli.

Fase delicata, come spesso accade nel Pd. In molti la chiamano tregua ma in realtà la battaglia va avanti. Le prime misure per arginare il caos deflagrato con le candidature municipali, dopo la fine della segreteria Miccoli, sono semplici: una cabina di regia per arrivare alle Comunali – con dentro tutte le componenti – e il lavoro di alcuni che, in queste ore, cercano di farsi cerniera, di cucire, di incollare pezzi che, già da prima della battaglia sui municipi, si sono sempre sentiti distanti. Non per caso, forse, dallo staff dell’ormai ex segretario filtra che la decisione della commissione di garanzia è arrivata «dopo il sostegno pieno a Ignazio Marino». Vendette, in sintesi. Il tema, naturalmente, è più complesso. Ed è tutto fuorché risolto. Si battaglia sui Municipi, sugli assessorati che (forse) verranno, e si arriva a discutere perfino delle europee, appuntamento elettorale del dopo amministrative. Con questo presente del Pd, il candidato Ignazio Marino presenta la civica: «22 donne e 26 uomini hanno per lo più tra i 30 e i 45 anni. Una lista formata da professionisti, persone che lavorano e vivono tutti i giorni questa città, selezionate sulla base delle loro competenze specifiche. La lista è formata da persone autentiche, contemporanee, “normali”, rese speciali dalle esperienze maturate nei vari campi». La fuga dal partito, la presa di distanza del candidato, del resto, era già cominciata. La presenza in lista del Radicale Magi, la candidata, e direttore della Soprintendenza speciale per i Beni Archeologici di Roma, Rita Paris: «Sono in questa lista per testimoniare il lavoro svolto, a volte in modo disperato, ma senza mai mollare. Spesso lo sconforto è stato forte…». Che sembra la frase tipica di questi giorni del militante Pd: il caso dei Municipi, su qualche centinaia di candidati, si combatte intorno a una ventina di posti. Patané sistemerà tra tre e cinque posizioni, «poi consegnerò tutto nelle mani di Gasbarra. Perché io ho intenzione di rispettare il lavoro svolto nei municipi, la loro autonomia». A poche settimane dal voto, com’è comprensibile, invita «all’unità». Missione impossibile? «La segreteria rimane al suo posto (l’unico colpito dalla commissione dei garanti, alla fine, è stato il segretario Miccoli, ndr) e insieme con il segretario regionale Enrico Gasbarra sarà fondamentale in questa fase. Il Pd deve dialogare a tutto tondo, sia all’interno, nelle sue varie sensibilità, sia all’esterno, con la città. Adesso ci giochiamo la partita più importante, la sfida ad Alemanno». In nome della battaglia per il Campidoglio a lavorare nel tentativo di ricucire, tra gli altri, Lorenza Bonaccorsi, renziana doc – tutto viene rimandato: l’assemblea che potrebbe eleggere il nuovo segretario, l’eventuale commissariamento in caso di fallimento nell’elezione. Tutto rimandato dunque, tranne la battaglia tra correnti.