RADICALI ROMA

Corriere della Sera – Marino, un anno sconcertante rivolto al passato

di Riccardo Magi

Si fa un gran parlare dell`incertezza che incombe sulla Capitale d`Italia. Ma Roma sa bene che l`attuale situazione non è frutto di un`annata sbagliata. Il disastro viene da lontano e dipende dalla folle politica adottata per decenni dal partito unico: quella della spesa sconsiderata e delle clientele. Lo stato vergognoso dei servizi ai cittadini è sotto gli occhi di tutti, eppure Roma ha già pagato quegli autobus che non passano, gli asili che non ci sono, l`eterno cantiere della metro C, la raccolta differenziata e i servizi per anziani e disabili. L`ha già pagato con la tassazione locale più alta d`Italia (1040 euro contro 44o di media nel resto del Paese), ma anche con i miliardi gettati in affidamenti senza gara o per ricapitalizzare municipalizzate improduttive, usate come bancomat della politica. Una verità incontestabile, che si può leggere chiaramente nei bilanci comunali anche precedenti l`amministrazione Alemanno. Nessuna visione di città può prendere le mosse se non si tiene presente il vero «modello Roma». A un anno dall`insediamento, se su alcuni fronti il giudizio può restare sospeso – per il poco tempo trascorso – su altri dobbiamo registrare una continuità allarmante con il passato. Basta guardare il bilancio 2014 e il piano «Salva Roma». I romani devono sapere che nella bozza di manovra ci si appella ancora a entrate  straordinarie tutt`altro che certe (come quelle provenienti dalla vendita degli stessi immobili utilizzati da Alemanno per chiudere il bilancio 2012, poi invenduti) per coprire spese fondamentali come la manutenzione straordinaria di strade e scuole. O che il fondo svalutazione  crediti, cioè il nostro salvagente, dovrebbe essere superiore di almeno 600 milioni rispetto a quello previsto. Sono questi trucchi che hanno determinato l`indebitamento degli anni passati. A garantire questa continuità c`è stata la selezione di una classe dirigente funzionale a questa gestione. Come Radicali lo abbiamo dimostrato per la prima volta – grazie a questo giornale e sul sito opencampidoglio.it – denunciando la cosiddetta «manovra d`aula»: l`obolo da 5o mila euro in su che ogni consigliere avrebbe avuto a disposizione per curare il proprio bacino di preferenze. Sono almeno 15 anni che si trucca così anche il gioco (cosiddetto) democratico ed elet- Le tasse I romani pagano per i bus che non passano, per gli asili che non ci sono e per l`eterno cantiere della metro C  torale. Contro di noi si sono levati quelli che oggi inneggiano al cambio di rotta, pronti a regolare il loro «fuso orario» con quello del «nuovo» potere, nella migliore tradizione gattopardesca. Per salvare, non questa consiliatura, ma la Città è necessario che Marino sfidi apertamente le sacche conservatrici della città, conquistando con coraggio e autorevolezza la forza riformatrice che ancora non ha. Più sarà pubblica la sua battaglia, maggiore sarà il consenso dei romani per vincerla.