RADICALI ROMA

Corriere della Sera – Pronto il piano di rientro Tagli all`Ama, fondi all`Atac

di Ernesto Menicucci

 Comune Il Pd e il «problema» sindaco: si studia l’exit strategy

Marino, nella riunione di maggioranza, l`ha messa giù semplice. A chi gli chiedeva (vedi Riccardo Magi, Radicale, eletto nella lista del sindaco, «grillo parlante» della maggioranza) lumi sul piano di rientro, il sindaco ha risposto prendendo pennarelli colorati e tabellone. Da una parte, in rosso, quello che deve fare l`aula: fondi Roma Capitale, urbanistica, delibere propedeutiche, Bilancio («più lunga l`attesa, maggiori risorse perdiamo: tassa di soggiorno, etc.», l`appunto), assestamento e piani società. Dall`altra le «partite» col governo: tavolo interistituzionale, allentamento del patto di stabilità (con rilancio degli investimenti), piano di rientro, extra gettito per Roma.

1.892,6 euro ad abitante, meno di Milano che ne ha 2.681,8 e anche di Venezia con 2.224 euro) e dall`analisi «storica»: spesa corrente, taglio dei trasferimenti statali, incidenza di fitti passivi (il 4,5% della spesa), stipendi e oneri finanziari (il 30%, in totale). Un resoconto che cita i «debiti fuori bilancio» (315 milioni), i fabbisogni standard di Atac e Ama, la quantificazione dell`extra budget in «almeno 110 milioni», la necessità di tagliare 445 milioni euro di spesa (da 4,2 a 3,8 miliardi), dall`illuminazione pubblica, alle utenze, dalle assicurazioni al carburante, dalla pulizia al riscaldamento, dalla cancelleria alla parte software ed hardware. La novità riguarda le principali municipalizzate. Se per Ama si prevede un taglio da 718 a 624 milioni, per l`Atac si parla di un incremento da 518 a 531 milioni. E l`unica voce in aumento, in una spending review capillare. Altro incremento previsto, per la manutenzione stradale: da 20 a so milioni. Una parte cospicua è sulle società: Roma Metropolitane si fonde in Risorse, la quota di Alta Roma può essere dismessa, una ventina di società di secondo livello (specie gruppo Ama e Atac) vengono chiuse, liquidate o incorporate e verranno cedute anche le quote dell`Agenzia per la promozione turistica del Lazio (19%) e della Centrale del Latte (6,7%). Biblioteche e Palaexpo potranno essere accorpate con altre entità del settore cultura, su Farmacap si  Campidoglio Verranno eliminate una ventina di partecipate  Tagli per 500 milioni Fondi all`Atac, no all`Ama Ecco il piano di rientro Il Pd studiala exit strategy per il «problema» sindaco Anche Silvia Scozzese, neo assessore al Bilancio, nella sua illustrazione l`ha fatta piuttosto semplice: numeri, cifre, interventi. Ma il vero problema, per Marino, è e resta il rapporto col principale «azionista» della sua giunta, cioè il Pd. Sia quello romano, atteso dallo snodo dell`assemblea di domani (alla quale parteciperà il vice-Renzi Lorenzo Guerini). Sia quello nazionale, sempre più in agitazione. E, di certo, la vicenda maltempo non ha aiutato l`immagine del sindaco. I servizi dei tigì, con Roma bloccata dal traffico, gli sfottò su internet, la metro allagata: se piove, naturalmente, la colpa non è del sindaco. Ma, nei dintorni del Nazareno, l`idea sempre più diffusa è che «Roma sia un problema». Da risolvere, prima o poi. Così, già da qualche giorno, sono iniziati conciliaboli, telefonate, esplorazioni. Si cerca, in sostanza, una exit strategy. Come? Con le elezioni politiche sarebbe più semplice, altrimenti «precipitare» la crisi a Roma potrebbe diventare un salto nel buio, a meno che non ci sia un «piano B». Snodo fondamentale, il piano di rientro. Che Marino vorrebbe chiudere entro il 25 giugno, e che il governo deve approvare entro il 4 luglio. La Scozzese, ieri, illustrando le 14 pagine titolate Executive summary, è partita dalla comparazione con le altri città (Roma ha entrate per  valuta se farne una Spa con partecipazione privata o dismettere le farmacie, su Assicurazioni si sta ancora decidendo. Poi c`è il piano per ottimizzare le entrate e quello che per lo sviluppo: opere pubbliche, sblocco dei cantieri, piazza Augusto Imperatore, la Nuvola, i Fori pedonali, le «incompiute» (ex Mercati generali, Tor Vergata, piazza dei Navigatori). Piano ambizioso, chissà se bastano tre anni.