«Complimenti alla magistratura che ha dimostrato di essere indipendente dalla politica. La sentenza di ieri è un passo avanti di straordinaria importanza di cui tutti dovranno tenere conto».
Professor Veronesi, perché la sentenza è così importante?
«Mentre da nove mesi prosegue stancamente in Parlamento il dibattito partitico sulle legge sul testamento biologico, che tratta proprio il diritto di autodeterminazione dei malato, senza riuscire ad arrivare a nessuna conclusione, la magistratura, seccamente, con cinque parole lucidissime, il fatto non costituisce reato, richiama il Paese ai valori della Costituzione. In particolare l’articolo 32 che tratta del diritto alia salute e impone di non somministrare alcun trattamento ad un malato contro la sua volontà, e l’articolo ì 3, che tratta della libertà personale di tutti i cittadini».
Il principio dell’autodeterminazione viene riconosciuto dalla magistratura, ma non dalla politica.
«Mi auguro che questa sentenza sblocchi finalmente il dibattito parlamentare sulla legge sul testamento biologico. Sappia però il Parlamento che, se anche non si arrivasse all’accordo su una legge, i cittadini potranno comportarsi come se la legge già esistesse, sapendo di essere protetti dalla Costituzione e da una magistratura che ha dimostrato di avere la forza di difenderla».
È giusto quindi che i cittadini comincino a stendere le proprie volontà anticipate in materia di trattamenti di fine vita?
«Certo. Chi vuole lo potrà fare. E pretendere che vengano rispettate, sapendo di avere dei diritti basati su articoli costituzionali prima ancora che su leggi del Parlamento».
Molti politici, soprattutto a destra, temono che questa sentenza possa aprire le porte all’eutanasia.
«Confondere il testamento biologico con l’eutanasia serve a insabbiare il dibattito sui diritti del malato. L’eutanasia è una risposta ad una espressa e lucida richiesta da parte di una persona malata di porre fine alla propria esistenza, perché giudicata non più sopportabile dignitosa a causa della sua malattia. Attraverso il testamento biologico, invece, qualsiasi cittadino, nel pieno delle sue facoltà, può indicare ì trattamenti sanitari che intende ricevere o a cui intende rinunciare, ne! caso non sia più in grado di prendere decisioni autonome».
In pratica se vuole o no una vita artificiale.
«Esatto. Un’altra definizione che viene data di testamento biologico è «volontà anticipate» (in inglese Living will). Tale volontà può anche, per esempio, escludere a priori l’eutanasia».
Lei resta in ogni caso favorevole all’eutanasia?
«La mia posizione sull’eutanasia è nota. So credo che oltre al diritto dì autodeterminazione alla cura esista il diritto a morire».