RADICALI ROMA

Cronache del Garantista – Dove c'è famiglia c'è Marino: sì al registro delle unioni civili

Alemanno  mastica amaro: «Ho votato contro, è il tentativo illegittimo di dare diritti alle coppie gay»

di Aurelio Mancuso

C’è voluto il Sindaco “marziano” Ignazio Marino affinché l’Assemblea capitolina approvasse, dopo anni di attesa, il registro delle unioni civili. Lo strumento amministrativo, che consentirà alle coppie gay e etero non sposate di accedere, dopo aver dichiarato una convivenza da almeno un anno di essere italiani o perlomeno dotati da un permesso di soggiorno, agli stessi servizi previsti per le coppie sposate, è stato osteggiato da Veltroni e Rutelli, che non volevano problemi con il Vicariato e, soprattutto non disponevano di una convinzione, che invece l’attuale primo cittadino aveva annunciato fin dalle primarie. La delibera approvata ieri dalla maggioranza di centro sinistra, con i voti anche dei gruppi di opposizione del movimento 5 stelle e della lista Marchini, è stata sostenuta anche dall’ex vice sindaco Sveva Belviso, leader di Altra destra, che nel suo intervento ha detto: «Non voglio che a causa di un mio voto contrario ci possano essere persone e coppie infelici. Ritengo che la posizione del premier inglese Cameron sia corretta: ampliare diritti significa “conservare” una società stabile e coesa».

Riccardo Magi, consigliere radicale della lista Marino aveva promosso nella scorsa legislatura una petizione popolare per l’istituzione del registro, cui avevano dato il loro sostegno le associazioni lgbt. Solo però da quando si è insediata la nuova maggioranza, con l’impegno decisivo di Imma Battaglia di Sel, leader storica del movimento omosessuale, di Giulia Tempesta vice capogruppo del Pd, dello stesso Magi e di tutti i consiglieri di maggioranza, si è giunti a una convergenza su un testo unico, che partendo da quello depositato dai grillini e dagli altri gruppi ha portato alla delibera approvata con 32 favorevoli, 10 contrari e un astenuto. La destra, ha tentato con la presentazione di migliaia di emendamenti, quasi tutti ritenuti non congrui dagli uffici e ora oggetto di un esposto al prefetto presentato dai consiglieri di opposizione, di fare ostruzionismo. Valeria Baglio neo presidente dell’Assemblea capitolina, non si è fatta intimorire e, regolamento alla mano, ha condotto fino in fondo la discussione. La delibera ieri mattina è stata approvata, nonostante le gazzarre inscenate martedì pomeriggio da gruppetti di estrema destra, alla presenza di centinaia di militanti lgbt accorsi a sostenere la maggioranza. Un clima di festa ha contagiato l’aula, con la partecipazione di personalità come Nichi Vendola, Vladimir Luxuria, Eva Grimaldi, di consiglieri municipali democratici che hanno approvato in tutti i mini comuni i registri. Gianni  Alemanno ha scritto su Facebook: «Oggi in Campidoglio ho votato contro l’istituzione del registro delle unioni civili che, a mio parere, sono un tentativo privo di appigli giuridici di riconoscere diritti alle coppie gay che andrebbero sanciti invece attraverso una legge fatta dal Parlamento. La messa in scena andato in onda sotto la regia del sindaco Marino, come già chiarito dal Viminale e dal Prefetto di Roma, è un’iniziativa contro la legge, che serve solo a illudere le persone e a indebolire le famiglie”. Ignazio Marino felice risponde: «Finalmente anche Roma si è dotata di un registro delle unioni civili. Si tratta di un risultato atteso da tempo, che pone la nostra città sempre più in prima linea sul fronte dei diritti degli individui e del riconoscimento dei legami affettivi, stabili e duraturi». Dopo mesi difficili per una città descritta in balia dei peggiori poteri criminali, il primo cittadino, orgogliosamente rivendica: «È un passo importante che, non solo rappresenta un atto di civiltà e di rispetto delle persone, ma ci allinea al resto del mondo occidentale, in linea con i principali Paesi europei con cui condividiamo la nostra storia politica e culturale». Il commissario del Pd romano nonché presidente nazionale, su Twitter ringrazia: «Approvato il registro delle unioni civili. Grazie a Ignazio Marino e al gruppo del Pd, Roma è una città più civile e moderna». Il segnale a tutto il Pd è chiarissimo: dopo Roma non rimane che il Parlamento e, su questo Matteo Renzi sa di avere tutti gli occhi puntati. Se ne parlerà presto.