RADICALI ROMA

Cronache del Garantista – Roma approva il registro del testamento biologico

Pag. 10, di Riccardo Magi – Dopo una battaglia lunga cinque anni, Roma, la città che ospita il Vaticano, avrà finalmente il suo registro dei testamenti biologici. L’istituzione nella Capitale del registro comunale delle disposizioni anticipate di trattamento sanitario è stata votata da una maggioranza larga e trasversale. Consensi alla delibera sono arrivati dai banchi del centrodestra, del M5s, di Sel e dal Pd. Infatti, come accade di solito, le battaglie Radicali, a lungo osteggiate, portano a vittorie che in un attimo diventano patrimonio di tutti.

Una vittoria non scontata e tutt’altro che semplice. Dal deposito della delibera di iniziativa popolare promossa dai Radicali dell’Associazione Luca Coscioni e sottoscritta da 8.265 cittadini nel 2009 all’approvazione in consiglio comunale, il percorso è stato infatti tutto in salita.
Per ottenere la semplice calendarizzazione dell’atto – che per Statuto dovrebbe avvenire entro sei mesi dal deposito – sono dovuto ricorrere al Prefetto di Roma segnalando la violazione palese e reiterata da parte dei Presidenti dell’Assemblea: Pomarici sotto l’amministrazione Alemanno e Coratti con l’amministrazione Marino.
In parole povere, per rispettare le norme in Campidoglio c’è bisogno dell’intervento del Prefetto. Come dopo un terremoto, un incendio, un’alluvione. In questo quadro far vivere effettivamente quegli strumenti di partecipazione attraverso i quali i cittadini possono inserire nell’agenda politica temi che i partiti evitano accuratamente anche a costo di violare la legge e gli statuti comunali, è già un primo risultato.
La violazione in questo caso era tanto più grave se si pensa che il rifiuto delle terapie è già previsto dall’articolo 32 della Costituzione (“Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”) e che l’organizzazione dei testamenti biologici tramite un registro comunale rappresenta un semplice ed economico (ai limiti della gratuità) allargamento dei servizi erogati da Roma Capitale, andando quindi nella direzione di dar vita al dettato della Carta fondamentale.
Così come emerso anche a seguito delle sentenze della magistratura sul caso Englaro, tutti i cittadini italiani avrebbero già il diritto di predisporre il proprio testamento biologico. Inoltre tutti hanno il diritto a includere l’eventualità della rinuncia dell’alimentazione e idratazione artificiale. Per questo, le associazioni A buon diritto e Luca Coscioni raccolgono da anni le dichiarazioni anticipate di volontàl. La seconda di queste, solo a Roma ha già raccolto 860 testamenti che si devono sommare a quelli già depositati nei due municipi che negli anni passati hanno acconsentito a farsi carico di raccogliere e conservare questi importanti documenti.
Con il Registro si scavalcano un problema pratico e uno politico. Quello pratico è relativo al riconoscimento giuridico delle dichiarazioni: l’invio per fax o per posta dà garanzie limitate di autenticità della sottoscrizione, mentre la strada del notaio può essere complicata e onerosa ancorché possibile. Quello politico nasce dal fatto che il Parlamento cerca di evitare il più possibile un confronto sul fine-vita. A entrambi questi problemi, con la delibera Radicale approvata mercoledì e presentata all’Assemblea da Mina Welby e Mario Staderini, abbiamo fornito una risposta politica organizzata dal basso, popolare appunto.
Con Roma sono 132 i Comuni che hanno deliberato l’istituzione di un registro e quasi 12,5 milioni gli italiani che hanno accesso a questo servizio: il 20% della popolazione. In altri 36 Comuni sono state presentate proposte di delibera in consiglio comunale e in alcuni di questi le proposte sono di iniziativa popolare.
E’ giunto il tempo che il Parlamento italiano segua l’esempio dei Comuni e discuta al più presto, come richiesto dai familiari di Welby, Lizzani, Monicelli, Troilo, e dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano, la proposta di legge, guardacaso anch’essa di iniziativa popolare, per la legalizzazione dell’eutanasia e la regolamentazione del testamento biologico che quasi 80 mila cittadini hanno sottoscritto e che giace ignorata da più di 9 mesi alla Camera dei Deputati.