RADICALI ROMA

Depenalizzazione e legalizzazione, unica via per evitare che lo stato etico sia alleato con le mafie

 

Dichiarazione di Riccardo Magi segretario di Radicali Roma

Di fronte all’ottusità del modello dei sindaci sceriffo di matrice leghista a cui ci hanno abituato alcune amministrazioni, non solo di centrodestra, le parole del senatore Marino spiccano per buon senso e consapevolezza delle dinamiche che sono alla base della criminalità grande e piccola nelle metropoli.

Il traffico degli stupefacenti con i suoi 20 miliardi di fatturato è la principale fonte di guadagno delle mafie e l’Italia affronta il problema con una delle legislazioni più dannose e controproducenti d’Europa. La leggi Fini-Giovanardi è sbagliata dal punto di vista sociale e giuridico e contribuisce in buona parte a creare la tragedia delle carceri italiane che vedono il nostro paese violare costantemente la giurisdizione internazionale.

La mancata distinzione tra sostanze profondamente diverse è poi uno dei motivi che rende la legislazione italiana difforme dalle direttive europee.

Depenalizzazione (a partire dalla coltivazione domestica di marijuana) e legalizzazione sono l’unica via d’uscita perchè lo stato non sia uno stato etico alleato con le mafie, come ora è. L’unica via per affrontare nel modo giusto i problemi di dipendenza di alcuni cittadini senza rendere criminali milioni di consumatori di sostanze stupefacenti che ci sono in Italia.

L’ordine pubblico non è di competenza del sindaco, se non in maniera indiretta e residuale. Il primo cittadino dovrebbe occuparsi di creare le condizioni per la sicurezza dei cittadini garantendo servizi efficienti (illuminazione, trasporti) e facendo “vivere” i quartieri anche di sera, anche di notte, attraverso iniziative di riqualificazione sociale e culturale degli stessi.

Invece l’ossessione securitaria che ha dominato le ultime campagne elettorali non ha prodotto maggiore sicurezza per i cittadini romani ma ha portato l’amministrazione a spararle sempre più grosse producendo ordinanze antiprostituzione, antialcool, antibivacco, “antitutto” che si sono rivelate inapplicabili, controproducenti e hanno portato allo spreco di enormi risorse pubbliche