Roma, 19 maggio 2006
“Il fatto che il cardinale Ruini, prevedendo un clamoroso boomerang, abbia sconsigliato l’azione di boicottaggio del film Il Codice da Vinci non cambia la sostanza dell’atteggiamento censorio e della “scomunica” inflitta dalle gerarchie vaticane. Ricordiamo la prima personalità di spicco della Curia a chiamare al boicottaggio, il Segretario del Sant’Uffizio, mons. Angelo Amato, teologo di fiducia di papa Ratzinger, poi il cardinale Francis Grinze, a seguire il cardinale Tarcisio Bertone, quindi Vittorio Messori, un elenco che si è talmente allungato da poterne citare solo alcuni. La drammatica sostanza del messaggio delle Gerarchie vaticane si può riassumere nelle parole di monsignor Angelo Amato, che in occasione della presentazione del film a Cannes, ebbe a dichiarare: “calunnie, offese ed errori che se fossero stati indirizzati al Corano o alla Shoah avrebbero provocato giustamente una sollevazione mondiale, ma che se rivolti alla Chiesa e ai cristiani rimangono impuniti…Penso che in questi casi i cristiani dovrebbero essere più sensibili al rifiuto della menzogna e della diffamazione gratuita”.
Contro questa degenerazione che, se non denunciata subito ed in modo fermo, può portare a drammatiche conseguenze; contro l’atteggiamento della Curia, che in fatto di censura nei confronti della libertà di espressione è associata ai peggiori fondamentalismi, oggi, 19 maggio 2006, come militanti dell’associazione Radicali Roma abbiamo deciso di essere presenti con una piccola conferenza stampa davanti al cinema Adriano, piazza Cavour, 22 -ore 14.15-, in occasione dell’uscita del film, già famosissimo grazie alla pubblicità vaticana.”.