La Direzione nazionale della Rosa nel Pugno, riunita a Roma il 19 e il 20 aprile 2006:
1. Ringrazia il milione di elettrici e di elettori che hanno scelto di sostenere con il proprio voto e la propria fiducia il progetto “Blair-Fortuna-Zapatero” della Rosa nel Pugno laica, socialista, liberale e radicale.
2. Accoglie, fa propria e rilancia la proposta della Segreteria, confortata e sostenuta da intellettuali, personalità, rappresentanti del mondo della scienza e della cultura, di aprire una vera e propria fase costituente, che porti alla nascita di un vero e proprio soggetto politico. La Rosa nel Pugno non è stata e non è solo una lista elettorale: si apre ora, e la Segreteria riceve il mandato a definirne entro il 30 giugno tappe e scadenze, la costruzione di un partito laico, liberale, socialista e radicale.
3. La Direzione denuncia l’aggressione contro i diritti civili e politici dei cittadini realizzata ai danni degli elettori italiani attraverso il tentativo di escludere gli eletti della Rosa nel Pugno dal Senato, e si impegna a mettere in atto ogni forma di lotta istituzionale e politica per ottenere il ripristino della legalità, facendone punto qualificante anche del dialogo in corso con l’Unione e i suoi vertici, finora del tutto omissivi se non conniventi.
4. La Rosa nel Pugno pone all’Unione e ai suoi vertici l’esigenza di superare una lunga fase di ostilità, ostracismo, non comunicazione. La Rosa nel Pugno è stata decisiva per l’alternanza e il successo elettorale della coalizione; è impegnata per un governo forte e sicuro guidato da Romano Prodi; ma giudica inconcepibile che, sin dalla sua nascita, la Rosa nel Pugno sia stata vissuta come un’insidia, e non -invece- come un’opportunità di rinnovamento della sinistra, sia sui diritti civili che sull’innovazione economica e sociale. E per queste stesse ragioni la Rosa nel Pugno intende partecipare al dibattito e alla discussione sul futuro Partito Democratico da costruire.
5. La Direzione sostiene la proposta della Segreteria di deliberare la presentazione di liste della Rosa nel Pugno alle prossime elezioni amministrative del 28 maggio (con il sostegno a Rita Borsellino e all’esperienza dell’Aquilone in Sicilia), con identico simbolo presentato alle elezioni politiche. Contestualmente, in vista di questo appuntamento, dà mandato alla Segreteria di definire regole che affermino la reciproca autonomia tra eletti nelle istituzioni comunali, provinciali e ragionali da una parte, e responsabilità locali del partito dall’altra. In particolare, è sin d’ora stabilito che i gruppi consiliari non conterranno la denominazione “Rosa nel Pugno”, ma acquisiranno altra denominazione autonomamente stabilita. E’ infatti necessario e urgente non solo per la Rosa nel Pugno, ma per l’intera politica italiana, riaprire il dibattito sulla “forma partito”, e compiere un passo che ci distingua da un crescente processo di “assorbimento” istituzionale dei soggetti politici, e di progressiva negazione del loro specifico apporto di elaborazione e lotta politico-sociale. La Direzione accoglie l’impegno di ciascuno dei soggetti costituenti della Rosa nel Pugno e della Segreteria in quanto tale ad escludere ogni forma di sostegno a qualsiasi lista elettorale presentata sotto altro simbolo.
6. La Direzione chiede agli eletti della Rosa nel Pugno di presentare subito al nuovo Parlamento una proposta di legge per una amnistia ampia quale primo atto di una Grande Riforma della Giustizia perché ritorni nei binari della legalità e che servirà innanzitutto ai magistrati perché liberati dai reati più lievi destinati a cadere in prescrizione possano proficuamente impegnarsi a processare quelli gravi, garantendo i diritti e la sicurezza dei cittadini rispetto alla macro e alla microcriminalità. Chiede altresì di presentare una proposta di indulto di almeno due anni che consenta il rientro nella legalità e nella decenza del nostro carcere, sgravando il suo carico umano di sofferenza che opprime non solo i detenuti, ma anche il personale amministrativo e di custodia.
7. La Direzione accoglie la designazione di Lanfranco Turci e Biagio De Giovanni a membri della Segreteria della Rosa nel Pugno.