RADICALI ROMA

Diritti umani, scontro sulla Bonino

  Nessuno sostiene che non ci sarebbe dovuta andare. Ma nel centrodestra non pochi storcono il naso su «come» c’è andata: «Ci sembra che abbia sottovalutato il problema». E c’è chi dentro An e Forza Italia grida al «tradimento dei diritti umani». Insomma, nasce un caso Emma Bonino, attualmente ministro per il Commercio internazionale e in queste ore in Cina con la delegazione di Romano Prodi. Sotto accusa per alcuni, ampiamente giustificata per altri. In entrambi gli schieramenti.

 

 

 

 Ignazio La Russa (An) lancia frecce avvelenate: «E così la paladina dei diritti umani è stata contagiata dalla poltronite. Capisco che la Realpolitik di Prodi ha il suo fascino, però è stupefacente che anche Emma Bonino, da sempre stimata per le sue battaglie etiche, possa avere questi cedimenti». Anche il liberal di Forza Italia, Alfredo Biondi, non risparmia battute: «Si vede che per alcuni il governo logora mentre per altri ammorbidisce: effetto Coccolino anche per Emma che da radicale diventa graduale. Succede a tutti ma ho troppo stima e affetto per pensare che abbia cambiato idea sui diritti civili in quel Paese».

 

 

 

 Lei, prima di partire, aveva assicurato a Radio Radicale che i diritti umani «saranno tema di discussione» durante la visita della delegazione italiana e ha insistito sul fatto che «la democrazia si sostiene appoggiando coloro che la chiedono all’interno dei Paesi». Quindi anche all’interno della Cina. Ma ieri mattina i Riformatori radicali, attualmente alleati di Silvio Berlusconi, erano intervenuti su Libero (che ha titolato in prima pagina «Romao Tse Tung») e oggi che la carovana del governo è partita tornano sull’argomento per commentare il viaggio dell’ex compagna di lotta: «Mi sembra che le parole di Emma possano apparire come una sottovalutazione del problema. Mi aspettavo di più da lei, avendo conosciuto da vicino tutte le battaglie fatte in passato». Firmato: Marco Taradash.

 

 

 

 Benedetto Della Vedova e rimasto invece colpito dall’intervista che la Bonino ha dato al Corriere: «Diceva che nell’800 anche in Italia i bambini erano oppressi, ma la Cina è una realtà odierna. E poi, faccio notare che nel centrosinistra nessuno ha protestato. Mentre invece sono certo che di fronte ad un viaggio in Usa delle medesime proporzioni un Diliberto qualsiasi avrebbe raccomandato a Prodi di non stringere ‘le mani grondanti di sangue” di Bush».

 

 

 

 Ma non tutti si scandalizzano. Anzi. Nella maggioranza non arrivano commenti negativi. Nè su Prodi, nè sulla Bonino. Renzo Lusetti (Margherita) al contrario si affretta a difenderla: «Se fosse stata la Casa delle Libertà ad andare a Pechino, nessuno tra le loro file avrebbe fiatato esaltando invece le virtù liberiste del governo. Per quanto riguarda Emma Bonino: che doveva fare, non partire? Non esageriamo: non si può essere più a destra di Nixon e Kissinger che pure dialogavano con i cinesi». Parole che arrivano da sinistra. Alle quali però fanno eco altre parole che giungono dal centrodestra: «Certo che ha fatto bene ad andare: fa il ministro del Commercio con l’Estero e non può non dialogare con un Paese di oltre un miliardo di persone». Insomma, per Guido Crosetto, responsabile del settore credito di Forza Italia, la Bonino non poteva comportarsi diversamente: «Se si fosse disinteressata al problema sarebbe stata giustamente criticata da tutti. Semmai è più imbarazzante la presenza di Prodi, per le scelte che ha fatto. Ad ogni modo occorre tener presente un dato fondamentale: il problema dei rapporti con la Cina per forza di cose è e resterà bipartisan: nessuna forza politica di destra o di sinistra potrà mai ignorarlo».