RADICALI ROMA

Domiciliari per D'Erme e i disobbedienti

Roma, 9 maggio 2006 – Disposti gli arresti domiciliari per Nunzio D’Erme, consigliere comunale di Roma, Guido Lutrario e tre disobbedienti, Giovanna Cavallo, Andrea Alzetta e Fabrizio Nizzi. La decisione arriva dal tribunale del Riesame nell’ambito delle indagini sulle occupazione di case da parte dell’organizzazione Action.

Le misure, che prevedono anche l’obbligo di firma per i disobbedienti Fabrizio Pagnozi e Luca Blasi, non verranno tuttavia immediatamente applicate visto che gli indagati hanno la possibilità di ricorrere in Cassazione. E non sarebbe la prima volta: la vicenda giuridica è iniziata infatti nel luglio dell’anno scorso ed è già da passata dalla corte suprema. Vi arrivò dopo che i pm romani Salvatore Vitello e Maria Cristina Palaia avevano configurato l’associazione a delinquere dietro agli espropri di Action, chiedendo gli arresti domiciliari per i sette indagati. Il gip Emanuele Cersosimo rigettò la richiesta, i pm la impugnarono e la sottoposero al riesame. Risultato: furono confermati gli arresti domiciliari ma i sette disobbedienti si appellarono, appunto, alla Corte di Cassazione. Che annullò nuovamente le misure, reintrodotte oggi dal tribunale del Riesame. L’accusa è quella di associazione a delinquere finalizzata al compimento di delitti contro il patrimonio immobiliare altrui. ”Rivendico il percorso e la
legittimità sociale di Action a occupare case sfitte e a conquistare diritti per le classi meno abbienti della citta”, ha replicato D’Erme.

Una vicenda che in pochi mesi ha quindi subito molti passaggi e che coinvolge un consigliere comunale, Nunzio D’Erme appunto, impegnato in questo periodo nella campagna elettorale per il sindaco della Capitale. La sua lista ‘Roma Arcobaleno’ sostiene infatti la candidatura dell’attuale primo cittadino, Walter Veltroni. Proprio per questo, lo sfidante del centrodestra Gianni Alemanno ha chiesto a Veltroni di chiarire la situazione e “prendere posizione in merito alla vicenda giudiziaria”.