RADICALI ROMA

Due destini radicali

  Lo stato d’animo dei Riformatori liberali, i radicali del centrodestra che non hanno seguito Marco Pannella sotto le insegne dell’Unione e di Romano Prodi, durante la conferenza stampa di ieri oscillava tra la delusione e l’orgoglio. La delusione è per l’esiguità della rappresentanza che Forza Italia è riuscita a garantire agli esponenti del Salmone. I Riformatori liberali — che anche ieri hanno ribadito il valore del patrimonio radicale che portano in dote al centrodestra — di candidature sicure a Berlusconi ne avevano chieste quattro. Invece ne hanno ottenute solo due.

 

 

 

 Una sicura per Benedetto della Vedova in Piemonte e una molto incerta per Peppino Calderisi in Emilia. L’orgoglio i radicali del centrodestra lo esibiscono, legittimamente, per il successo ottenuto con la raccolta delle firme per presentare le liste al senato in regioni decisive come Lombardia, Sicilia, Campania, Piemonte, Puglia e Veneto. Sta di fatto che Riformatori Liberali che sono comunque nella partita elettorale, sono convinti di segnare comunque una presenza laica, liberale e radicale nel centrodestra. Presenza che malgrado la negazione di una rappresentanza adeguata è stata finora sempre apprezzata dal resto della coalizione, interpretata come un valore aggiunto di laicità moderata all’interno di un’alleanza di cultore politiche plurali.

 

 

 

 Un destino diverso da quello che sembra caratterizzare i radicali della Rosa nel pugno. All’interno del centrosinistra infatti sembra che Pannella, Bonino, Capezzone — per aver tenuto fermi i principi dell’occidentalismo, delle liberalizzazioni e della laicità — abbiano suscitato più che altro reazioni di fastidio, o di fredda indifferenza, nell’alleanza. Poteva essere questo un motivo in più perché nel centrodestra, e in particolare dentro Forza Italia, si valutasse la possibilità di concedere maggiori spazi ai Riformatori Liberali, verso i quali potrebbe orientarsi parte di quel tradizionale elettorato radicale che constata come a sinistra siano puramente virtuali le condizioni per un’azione riformista,