RADICALI ROMA

Due storie cattoliche riunite contro la Rosa.

  Il cattolico progressista e la leader del fronte dell’astensione al referendum. Luigi Bobba e Paola Binetti, uniti nel firmare una lettera ai cattolici sintetizzata dai giornali così: votate Unione senza paura, alla Rosa nel Pugno ci pensiamo noi.

 

 

 

 Dice Bobba, per otto anni alla guida delle Acli, futuro senatore della Margherita (è numero 3 in Toscana), che «questa visione è tipica dello schema degli Anni Settanta. Evoca l’appello che Gad Lerner lanciò alla vigilia del referendum sulla fecondazione assistita, intitolato: “Dov’è finito il cattolico disobbediente”. Il retropensiero è che gli Anni Settanta siano stati l’età dell’oro dei cristiani in politica, e che il nostro mondo sia ancora diviso tra obbedienti e disobbedienti, tra cattolici del consenso proni davanti ai vescovi e cattolici del dissenso dalla schiena dritta. Non è così. Noi non siamo nè clericali nè laicisti; siamo laici che dialogano con i pastori e decidono con la propria coscienza critica». I percorsi che hanno condotto Bobba e la Binetti a firmare la stessa lettera sono diversi. Ma la loro idea e che i mondi da cui provengono non siano oggi così distanti. «Le Acli non sono più quelle di trent’anni fa» dice l’ex presidente. «Non è affatto vero che dall’Opus Dei si siano alzate voci contro la mia candidatura al Senato con la Margherita — assicura la Binetti —. Così come non è vero che l’Opera guardi naturalmente a destra. L’Opus Dei non si schiera, nè chiede ai suoi membri di farlo. Conosco molti di loro vicini per sensibilità, stlle e cultura al centrodestra; ma ne conosco altrettanti più attenti ai temi del centrosinistra. Del resto, molte opere corporative nel mondo si dedicano alla promozione delle fasce meno favorite della popolazione».

 

 

 

 Resta il fatto che le Ad furono la prima tra le associazioni cattoliche a rifiutare il collateralismo con la Dc (nel 1974), e che i suoi oltre 400 mila iscritti — che raddoppiano considerando i gruppi collegati — sotto la guida di Bobba hanno lavorato su immigrazione, ambiente, tutela dei consumatori con un’impostazione vicina a quella del centrosinistra. Mentre la Binetti, neuropsichiatra, direttore del dipartimento per la ricerca educativa al Campus biomedico dell’Opus Dei, ha esordito in politica come fondatrice del comitato Scienza e Vita, battendosi d’intesa con Ruini — e contro l’indicazione di Prodi — per l’astensione al referendum della primavera scorsa. Proprio nella campagna referendaria è avvenuto l’incontro tra la Binetti e Bobba, che ha schierato le Acli con la Conferenza episcopale, ottenendo l’unanimità della direzione nazionale nonostante un documento di dissenso firmato da 35 dirigenti e militanti.

 

 

 

 «Ma quando mi chiedono se è Ruini il vero mittente della nostra lettera ai cattolici, allora mi offendo» dice Bobba. “Faccio tutto in prima persona, ieri la battaglia contro il referendum, oggi la candidatura al Senato” conferma la Binetti. La lettera verrà resa pubblica oggi. «L’abbiamo scritta per dire due cose — spiega la professoressa —. I cattolici possono votare per l’Unione, perché noi difenderemo i nostri valori, compresa la libertà di insegnamento e la tutela del matrimonio e della vita dal concepimento alla morte naturale, e ci batteremo perché sia attuato  il programma del centrosinistra: niente di meno, niente di più. E nel programma non ci sono nè l’eutanasia, nè l’abolizione o la revisione del Concordato, nè i Pacs. La Rosa nel Pugno ne parla tanto. Ma i cattolici si opporranno». La seconda cosa, cui la Binetti tiene molto, è “il dialogo tra i cattolici. Tutti, anche quelli che stanno dall’altra parte, nel centrodestra. E’ evidente che nella prossima legislatura si preparano grandi novità. L’intero quadro politico entrerà in moto. A nessuno è sfuggito il momento di grande sintonia nel cosiddetto duello televisivo tra Casini e Rutelli, proprio sui valori cattolici. Poi nei giorni successivi entrambi hanno dovuto segnare il proprio territorio. Ma, anche se ognuno dovesse restare nella propria coalizione, in Parlamento sarà possibile votare insieme proprio in difesa dei valori comuni”. Non tanto l’Udc nel centrosinistra, quanto “due forze cattoliche che diventano il polo aggregante dei rispettivi schieramenti”, dice Bobba, e che talora possono riconoscersi nella stessa battaglia mettendo in minoranza libertari e radicali.

 

 

 

 Sia Bobba sia la Binetti notano che Prodi nelle ultime settimane ha tenuto a riaffermate la propria identità cattolica, in vari modi. Il libro Insieme, scritto con la moglie e pubblicato dalle Edizioni Paoline. L’abbraccio in Vaticano con il neocardinale Caffarra, non esattamente un cattolico del dissenso da Anni Settanta. E una lettera spedita proprio a Bobba, che racconta con orgoglio come il professore gli abbia espresso apprezzamento per la sua scelta di fare politica. «Sul referendum Prodi non aveva idee diverse dalle nostre, nel merito — annota la Binetti. Ha scelto un altro metodo, dicendosi cattolico adulto e rifiutando l’astensione. Avevamo ragione noi; ma neppure per un momento ho pensato che potesse vacillare l’identità cattolica, che segna da sempre l’impegno in politica di Prodi. Le idee sono importanti, ma è importante anche la coerenza dei comportamenti”. «Tra i valori di cui scriviamo nella lettera ci sono la famiglia, il matrimonio, la vita — dice Bobba—, ma anche l’Europa, la solidarietà sociale, l’aiuto al Terzo Mondo. Valori che il centrodestra in questi anni non ha sempre coltivato. Bondi ha scritto ai parroci e alle associazioni, allegando una brochure per dimostrare che il governo Berlusconi ha fatto propria la dottrina sociale della Chiesa. Ecco, questa è un’iniziativa arbitraria, che noi non ripeteremo”.

 

 

 

 Ma l’avversario del momento non sta tanto a destra quanto all’interno dell’Unione. Votereste mai per Emma Bonino al Quirinale? “No — risponde la Binetti —. La apprezzo per molte sue iniziative, ma sono troppe quelle che non condivido. Certo, se fosse eletta la riconoscerei come presidente di tutti gli italiani”. E Bobba: “La lezione di Ciampi è che il Quirinale deve unire il Paese. La Bonino è una forte personalità, destinata però a dividere”.