RADICALI ROMA

… E i dirigenti interni stanno a guardare

No, il libro di Cronin non c’entra. Dopo aver rinnovato il contratto a 27 dirigenti esterni l’Amministrazione capitolina, incurante delle critiche che le piovono addosso da opposizione, stampa e personale interno, prosegue nella sua opera di reclutamento di personale non di ruolo. L’ultima a figurare nel suo libro paga è  Ilaria Capitani. La giornalista del Tg3, infatti, è il nuovo capo ufficio stampa del sindaco Veltroni. Il contratto, che prevede un incarico (rinnovabile?) della durata di quattro mesi (da settembre a dicembre 2006), le frutterà un compenso di 40 mila euro. Ormai ammontano a milioni di euro gli stipendi (con relativa retribuzione di risultato) che l’Amministrazione destina al personale non di ruolo cui affida incarichi dirigenziali. Senza contare i collaboratori esterni che i 16 assessori, intuitus personae, possono cooptare fino ad un numero di 6 in ciascuno dei loro uffici. Salvo, tempo dopo, attraverso apposito contratto, mandarne qualcuno a dirigere qualche struttura dipartimentale lasciando il posto ad altro collaboratore.
Non sappiamo se, a oggi, tali strutture politiche abbiano o no fatto il pieno. Quello che sappiamo e vogliamo sottolineare è che la prima Giunta di sinistra della capitale (testimone il giovanissimo consigliere Veltroni), per battere il malcostume democristiano,  ridusse a 5 il tetto massimo di collaboratori per ogni assessore e tutti rigorosamente interni, senza l’ombra di consulenti esterni. Ci si chiede come facessero a funzionare gli uffici, eppure le cronache di quegli anni ci dicono che lavorarono bene. Altri tempi? Forse sì. Si dirà che la risposta che oggi gli enti locali debbono ai cittadini è più vasta e complessa che nel passato e necessita di professionalità specifiche. Ed è per questo che la normativa  statale (il T.U. degli enti locali) e quella comunale (statuto e regolamento), ha dovuto farsi interprete delle nuove esigenze.

Ma come giustificare l’esborso di somme così ingenti che, specie in un bilancio vincolato dal patto di stabilità, sanno tanto di sperpero? Intanto, sponsorizzata dalla demagogia “bipartisan”, si fa largo l’ idea “riduzionista” dei costi della politica, quella di mandare a casa qualche centinaio di parlamentari. Idea semplicistica e mistificante. Soprattutto perché aggira il problema rappresentato dai “veri” costi della politica. Che sono proprio quelli legati a incarichi e consulenze milionari,  inutili solo se si avesse il coraggio di investire sulle ampie risorse professionali (sì, perché ne esistono anche negli enti locali) che sono lì, a portata di mano. Come quei 23 neo dirigenti di ruolo, vincitori di concorso che, in attesa di un incarico, si vedono sfilare davanti “colleghi” sconosciuti da 100 mila euro l’anno, spesso con nessuna esperienza  di pubblica amministrazione