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Eco-energia: sara' 'bio' nella Valle dei Latini

”Interesse e soddisfazione” per l’avvio del primo distretto italiano agroenergetico nella Valle dei Latini e’ stata espressa dal presidente di Confagricoltura Lazio Paolo Perinelli che, al termine della conferenza stampa alla Regione Lazio, ha sottolineato come siano ”immediatamente cantierabili” la filiera legno (da recupero potature o da
colture dedidicate) e quella del biogas.
Il problema per il settore agricolo, ha detto Perinelli, e’ l’accesso al mercato. ”E’ qui che auspichiamo – ha osservato il presidente regionale di Confagricoltura – protocolli d’intesa con i Comuni del terrotorio laziale. Gli agricoltori e gli allevatori possono infatti produrre acqua calda e energia verde da riscaldamento ma occorre, materialmente, stipulare convenzioni – magari a partire da scuole e strutture pubbliche
-per canalizzare questa eco-energia verso le singole utenze”.
”Piu’ complicato”, a giudizio di Perinelli, l’avvio della produzione di biodiesel per i rifornimenti di autobus: ”i costi di produzione – ha spiegato – con i semi di girasole sono alti e al momento non tornano i conti, salvo possibili ipotesi di vendita dell’agroenergia tramite consorzi. Nella nafta gia’ c’e’ un 5% di biodiesel ma occorre aumentare tale frazione portandola al 20%. Questa e’ – ha concluso Perinelli – la grande sfida auspicabile dall’avvio, nel Lazio, del primo distretto
agroenergetico che magari accogliera’ anche un secondo impianto di produzione do biodiesel made in Italy, visto che l’unico presente in Italia e’ in Veneto ed e’ principalmente dedicato all’export”.

”Il vantaggio eco-ambientale sara’ notevole sia nelle brevi che nelle lunghe percorrenze. Bisognera’ valutare adesso i tempi di realizzazione e soprattutto capire come rendere compatibile il biodiesel ai bus
della flotta Cotral”. Cosi’ il presidente della Compagnia di Trasporti Laziali, Cotral spa, Franco Cervi, ha commentato l’annuncio della coltivazione delle agroenergie nella Valle dei Latini, a margine della conferenza stampa organizzata dall’assessorato all’Agricoltura della Regione Lazio. ”I nostri mezzi, 1600 in tutto, attualmente non sono predisposti al biodiesel – ha spiegato Cervi – poiche’ questo causa problemi al motore. E cio’ vale anche per i 300 bus Euro 4 che stiamo
mettendo in circolazione in questi giorni. Inoltre bisognera’ capire che tipo di prestazione si avra’ e fare in modo che le case produttrici vaglino la situazione per risolvere ogni eventuale problema. Siamo comunque convinti che a livello ambientale il biodiesel potra’ rappresentare una svolta decisiva e ci diciamo piu’ che favorevoli ad un protocollo d’intesa”. Protocollo che dovra’ essere firmato a breve e vedra’ coinvolti
oltre la Regione Lazio, anche l’Arsial, il Comune di Roma, Cotral, Trambus, Atac, le organizzazioni agricole e sindacali di categoria.

“Mi pace sottolineare come, per la prima volta, abbiamo affrontato in modo intelligente i problemi legati all’emergenza agroambientale, attraverso uno studio che intende dare una prima e tempestiva risposta a tale emergenza in termini di recupero e valorizzazione, da un lato, e innovazione, dall’altro. La costituzione di un distretto agroenergetico nella Valle dei Latini – il primo distretto agroenergetico d’Italia a produrre energie alternative da biocarburanti e biomasse per alimentare autobus e riscaldamenti – ed il recupero della zootecnia, che conta nell’area circa 26.000 capi bovini, rappresenta la sintesi, senza dubbio difficile, tra la salvaguardia, la modernizzazione dell’agricoltura esistente ed il nuovo modo di produrre al servizio di un modello di sviluppo ecosostenibile, funzionale alle nuove esigenze della nostra società. Le filiere agroenergetiche rispondono ad istanze di natura ambientale generale, coniugate con la necessità di assicurare una fonte di reddito aggiuntivo a quella tradizionalmente derivante dall’attività agricola e zootecnica. Inoltre, si muovono nella direzione del contenimento dei processi di abbandono delle aree meno competitive, con la conseguente conservazione di biodiversità e tipicità. Tale ruolo rende l’agricoltura sinergica con altre realtà produttive, ponendola come interlocutore privilegiato per la risoluzione dei problemi ambientali