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Embrioni, i vescovi europei: no alla ricerca

Ribadiamo la nostra obiezione contro il finanziamento da parte dell’Ue della ricerca che implichi la distruzione di embrioni umani». I vescovi europei prendono posizione sul dibattito in corso nelle sedi comunitarie attorno alla definizione del 7° Programma quadro per la ricerca, che in questa fase coinvolge in particolare il Consiglio competitivitá e la commissione parlamentare Itre (industria e ricerca), entrambi riunitisi il 30 maggio.

 

 

 

La Comece (Commissione degli episcopati della Comunitá europea) aveva giá pubblicato nel novembre 2005 su questo stesso argomento un ampio documento intitolato «Il finanziamento della ricerca e l’etica». In una nota, il comitato esecutivo Comece, presieduto dal vescovo di Rotterdam mons. Adrianus van Luyn, riepiloga i temi in discussione e ne ribadisce le implicazioni «etiche e antropologiche fondamentali». Poi afferma, soprattutto alla luce di un emendamento al 7° Programma accolto in commissione Itre, che propone di allocare fondi comuni per la ricerca sulle cellule staminali embrionali – che «trattare un embrione umano come un soggetto di ricerca non è compatibile con il rispetto della vita umana».

 

 

 

Il richiamo dei vescovi, che concordano sul valore fondamentale della scienza e della sperimentazione in molteplici settori, va quindi al «rispetto dei valori e delle ragioni fondamentali in virtù dei quali alcuni Stati membri vietano o limitano questo tipo di ricerca», nella tutela «dell’inviolabilitá della vita e della dignitá umana».