RADICALI ROMA

Emma e Francesco, ci eravamo tanto amati

Quando vede Emma Bonino, Francesco Rutelli le va incontro e la saluta con una semplice stretta di mano. Non la bacia, come fanno invece Fausto Bertinotti e Alfonso Pecoraro Scanio. Poi però prova a rompere il ghiaccio: «Dunque, devo vedermela con te, con l’osso più duro…». Lei lo guarda negli occhi, abbozza un sorriso e tira una rasoiata: «Vedi di mettere la testa a posto! Tanto qui sei isolato…».

 

 

 

 Va a sedersi, di fronte a Romano Prodi, due sedie lontano da lui. E quando viene il suo turno ribadisce punto per punto come la pensa la Rosa nel pugno: è necessario «esplicitare» cosa sono queste unioni di civili; «non si può avere una legge che non sia nè carne nè pesce e rimanere schiacciati dai diktat delle gerarchie ecclesiastiche». Mai un riferimento alle posizioni della Margherita: parla con calma Emma, non alza la voce, lascia che la riunione faccia il suo corso («tanto qui sei isolato..»). Nessun accenno di polemica diretta. Nemmeno quando Rutelli fa riferimento alla Costituzione e alla famiglia basata sul matrimonio e quindi «non si può istituire la figura giuridica delle unioni di fatto». Lei lascia che a scatenarsi siano Bertinotti e il leader dei Verdi, un altro ex Radicale: «La Costituzione dice pure che l’Italia non può entrare in guerra, mai. Eppure voi su questo tema non avete mai dato un’interpretazione rigida della Carta costituzionale». Lei rimane impassibile, anche perchè sulla guerra non la pensa come Pecoraro Scanio. Ma non è per questo che la Bonino è qui, al vertice dell’Unione per la prima volta.

 

 

 

Emma e Francesco, due vecchi compagni di lotte radicali che dopo tanto tempo si ritrovano dalla stessa parte della barricata antiberlusconiana, nella stessa coalizione ma su posizioni contrapposte. Li divide la Chiesa, il referendum sulla procreazione assistita, il finanziamento alle scuole private dei preti e i Pacs. E’ il loro braccio di ferro, ingaggiato sulle coppie di fatto, che sta facendo traballare il tavolo dell’Unione. La Rosa nel pugno accusa Rutelli di essere «il braccio armato di Ruini» (sono parole di Enrico Boselli) e al vertice manda proprio lei, «l’osso più duro», che meglio di chiunque altro conosce vita, morte e miracoli di Francesco. Anni e anni passati insieme a raccogliere firme, a battagliare per il divorzio, l’aborto, gli spinelli liberi e il libero amore, a difendere con le unghie e i denti la laicità dello Stato, a sorbirsi gli interminabili interventi di Marco Pannella dentro stanze piene di fumo. 

 

 

 

Sono passati venti armi dall’ultima volta che Emma e France  sco si sono seduti attorno ad un  tavolo per prendere una decisione operativa. «Era dall’86 che non vedevo Francesco», dice con  malizia la Bonino. E’ chiaro che  sono state mille e più le occasioni di incontro, non foss’altro  perché entrambi sono stati europarlamentari (lei lo e ancora). Ma politicamente i loro destini  non si erano mai più incrociati e  scontrati, come è accaduto ieri, nel quartier generale di Romano  Prodi a Piazza Santi Apostoli. Qui, discutendo di quale programma per l’Unione, hanno misurato diverse visioni della politica e dell’etica, hanno rappresentato in modo stridente due delle  tante anime che convivono nel  centrosinistra. «Quel che mi stupisce – ha confessato lei in un’intervista rilasciata a “L’Espresso” durante la campagna referendaria sulla fecondazione assistita – non è tanto che Rutelli abbia cambiato le sue scelte individuali, ma che voglia farle diventare obbligatorie per tutti. Della sua militanza con i Radicali poteva restargli almeno il rispetto della libertà di chi la pensa in modo diverso. Sua moglie Barbara Palombelli, che pure Radicale non lo è mai stata, ha dimostrato di avere le idee piu chiare su questo punto essenziale».

 

 

 

 Sì, dall’altra parte del tavolo il presidente della Margherita non si aspettava di dover discutere di Pacs e scuola con Emma che, dopo aver visto respingere tutte le sue richieste ha deciso di abbandonare il tavolo dell’Unione.

 

 

 

Rutelli comunque non polemizza: «E’ lei il miglior leader che i Radicali esprimono, è lei la più credibile. Non è un caso che hanno mandato lei al vertice. Le sue parole sono pesanti. Quando parla gli italiani si fermano ad ascoltarla». Ma il leader della Margherita ieri ha tenuto duro e in parte l’ha spuntata e infatti Emma alla fine se ne va.

 

 

 

 Clemente Mastella, invece, se n’è andato subito: «Avevo detto che non mi sarei seduto al tavolo con Pannella e la Bonino e quindi ho lasciato Borgomeo che si occupa di programmi».

 

 

 

Ma è con il loro ex segretario  degli anni Ottanta che i Radicali hanno il dente avvelenato. L’attuale segretario, Daniele Capezzone, dice di avere una fotografia che custodisce gelosamente  («ne faremo buon uso»). Una foto  che ritrae il capogruppo radicale  dell’84-85 che «si inerpica sul  balcone di Montecitorio per issare la bandiera bianco-gialla della città del Vaticano». «Si discuteva di Concordato e dell’ora di religione. La sua era una protesta. Rivista 20 anni dopo, quella  foto, più che una protesta, ora sembra un auspicio».