No all’eutanasia no all’adozione per le coppie omosessuali, sì ad una legge che riconosca uguali diritti a coppie etera e orno. Il segretario dei Ds Piero Fassino ospite ieri di «Telecamere» ha messo in fila due «no» su questioni più che mai aperte. La legge sulle coppie di fatto, da una parte, e la vicenda di Piergiorgio Welby dall’altra. «Non sono – ha detto il segretario riferendosi all’adozione per le coppie gay – nemmeno sicuro che sia una scelta che la società sia in grado di accogliere». Ma dubbi anche sul fatto «che sia utile per il bambino essere adottato e crescere con due persone dello stesso sesso. È un dibattito molto complesso e delicato ed io non sono uno specialista in materia. Posso solo dire che il problema delle adozioni non può essere affrontato considerando solo la posizione di chi adotta ma occorre partire da quella di chi viene adottato». Fassino ribadisce che quelle espresse sono convizioni «personali».. «È una materia così complessa e delicata che è sbagliato affrontarla sul piano dello scontro ideologico, del muro contro muro. Invece credo occorra avvicinarsi a questi temi con umiltà, rispetto e prudenza».
Idem sentire per l’eutanasia, «non sono favorevole». «Altra cosa è affrontare l’argomento dell’ accanimento terapeutico su una persona condannata da una malattia incurabile». Confini delicati. «Temi eticamente sensibili», fonti di accesi dibattiti anche in vista del futuro Partito democratico. Sa bene quali sono i dubbi che attraversano il suo partito, e Fabio Mussi, indicato quale segretario dalla minoranza, ha insistito molto su questo fronte durante il suo intervento l’altro ieri al Consiglio nazionale. Ma Fassino conosce bene anche le resistenze che insistono nella Margherita alle prese con lo spettro «della deriva zapateriana». La questione di fondo resta una: la laicità. Dello Stato, delle leggi, del Pd. Non si tratta di «sacrificare le ragioni della laicità sull’altare del Partito democratico», ha detto l’altro ieri Fassino». Anzi, sono proprio «le ragioni della laicità» a spingere verso «un partito grande, plurale e laico, di credenti e non credenti». Definizione questa ultima su cui si è soffermata Fulvia Bandoli, della minoranza: «Qualsiasi partito moderno, riformista, di sinistra e anche democratico, oggi come qualche decennio fa, non può che essere laico. La laicità deve essere un valore in cui tutti si riconoscono. Il partito non è di credenti o non credenti». Quello che ancora la politica non ha capito, osserva la deputata ds, «è che negli ultimi anni i temi etici hanno assunto una rilevanza diversa rispetto al passato. I cittadini sono più informati e non sono disposti a delegare ad altri decisioni che vogliono assumere autonomamente». Peppino Caldarola vede una «difficoltà insormontabile» sulla strada che porta verso il Pd: «II vero problema è il papato Ratzinger che afferma una priorità assoluta per il cattolico: farsi apostolo di Dio. Una novità che ha già prodotto in alcuni settori della Margherita una sorta di cattedra etica permanente che vuole sindacare le scelte dello Stato secondo le esigenze della Chiesa». Su quella cattedra, annota Caldarola, spesso sale anche Francesco Rutelli. «In questo modo si è ricreata una frattura tra laici e cattolici che era stata superata». Per rimuovere l’ostacolo basta «affermare la piena parità dei cittadini».
Nicola La Torre, dalemiano, dissente : «II problema semmai è con la conferenza episcopale, non con il papa». La Torre torna sull’umanesimo laico, e sulla laicità come valore fondante dello Stato. In questo i ds sono tutti d’accordo. La divergenze ci sono sull’impatto che i temi etici possono avere sul pd. «I problemi del pd sono tutti di carattere politico – dice il vipresidente dell’Ulivo al Senato – perché per il resto a Palazzo Madama abbiamo dimostrato che è possibile trovare un punto di sintesi alto». Roberto Cuillo, responsabile Informazione del partito, dice: « Fassino è stato il primo segretario di partito a scrivere in un documento congressuale, quello di Pesaro, il termine omosessuale, sottolineando la necessità di difendere i diritti civili. Deve essere chiaro a tutti, a noi e alla Margherita, che trovare un punto di mediazione non significa inficiare un’operazione politica che, riconoscendo diritti civili e libertà individuali, fa crescere il paese. «Nessuno di noi mette in dubbio la libertà della Chiesa di muovere critiche ai provvedimenti dello Stato, ma nessuno può metterne in discussione l’assoluta e totale laicità. Quindi il pensiero laico deve essere riaffermato sia in sede di partito democratico sia in parlamento».