RADICALI ROMA

FaiNotizia – Occupazione dello spazio pubblico. Tutta la verità su Pompi e Via Albalonga a Roma

Ognuno di noi ha il suo Pompi. Uno scempio, un’ingiustizia davanti alla porta di casa. Questa è la storia di un gruppo di cittadini che ha deciso di lottare contro uno dei tanti piccoli privilegi retti dalla complicità e reticenza delle istituzioni. E che sta vincendo, nonostante gli ultimi colpi di coda…

Negli ultimi giorni è salita agli onori della cronaca romana e non solo la vicenda della presunta chiusura del Bar Pompi, il ‘Re del tiramisù’ di via Albalonga. Giornali e siti web d’informazione hanno riportato la notizia secondo cui il proprietario e gestore del bar sarebbe sul punto di vendere la propria attività a non meglio identificati “imprenditori cinesi”, con la conseguenza che ben 60 lavoratori perderebbero il loro posto di lavoro. I media, nel riportare la notizia, non hanno chiarito però il motivo per cui potrebbero perdersi così tanti posti di lavoro se, anziché di chiusura, si trattasse – come sembra – di un trasferimento dell’attività in questione all’EUR. Tra l’altro, nei tanti articoli che i romani hanno letto non si ricordava, coma pare doveroso, che Pompi è ormai un’industria dolciaria con una vasta rete di distribuzione dei propri prodotti e possiede e gestisce altri locali nella città di Roma, diversi da quello storico di via Albalonga, in zone di grande richiamo quali via della Vite (Piazza di Spagna) e Ponte Milvio. Insomma, non pare davvero che questa storica impresa romana sia sul punto di chiudere. Tutt’altro.

Bizzarro, e al tempo stesso significativo, il fatto che nessuno abbia voluto narrare la storia vera, e cioè i fatti che giustificano i recenti provvedimenti del Municipio VII e della Polizia Municipale, comandata da poco più di un anno da Raffaele Clemente. I residenti hanno per lungo tempo denunciato

Parcheggiatori abusivi col logo su giacchetto

l’occupazione sistematica (e abusiva) di vaste porzioni di suolo pubblico a danno dell’intera collettività. Ebbene, non c’è articolo che, negli ultimi giorni, abbia descritto o menzionato il muro di gomma contro cui un gruppo di cittadini, inizialmente esiguo, si è dovuto scontrare per lungo tempo nel denunciare  alle autorità  competenti il sostanziale abbandono di via Albalonga e delle vie limitrofe e la conseguente – e a tutti nota –occupazione “militare” dello spazio pubblico, addirittura con l’ausilio di parcheggiatori abusiviriconoscibili da cappelli e felpe riportanti il logo del locale (vedi foto).

L’INIZIO – I residenti più intraprendenti (ben settanta sottoscrittori, coordinati dagli avvocati Giuseppe Mazziotti e Luigi Passalacqua) erano addirittura giunti a depositare un esposto alla Procura della Repubblica di Roma nel gennaio 2013, a fronte del mancato intervento della Polizia Municipale, che allora – sindaco Gianni Alemanno – era ancora capitanata dal comandante Buttarelli. Al comandante erano state inviate decine di segnalazioni e denunce circostanziate, con tanto di documentazione fotografica, senza che fosse preso alcun provvedimento. Alle denunce dei cittadini si erano aggiunte quelle dei Radicali Roma, che con Riccardo Magi e Davide Tutino avevano denunciato durante la campagna elettorale del 2013 lo scandalo della quotidiana trasformazione di via Albalonga in un parcheggio privato che finiva per ostruire il passaggio non solo di veicoli privati, ma anche di autobus ATAC, veicoli AMA che provavano a raccogliere i rifiuti, taxi, ambulanze. Saranno entrambi eletti nella Lista Civica Marino, Magi come consigliere comunale, Tutino come vicepresidente proprio del Municipio 7 (ex 9 e 10 ora unificati).

Un deciso cambio di passo si è avuto poi con l’arrivo di Raffaele Clemente a capo della Polizia Municipale e con la rotazione dei comandanti dei gruppi locali della PL, a fronte della quale è giunto nel quartiere Appio Tuscolano Lorenzo Botta. A tale cambio è corrisposto il lancio dell’iniziativa delle segnalazioni e denunce via Twitter, che finalmente ha reso possibile una significativa aggregazione dei cittadini e la formazione di comitati spontanei. Da allora i residenti – contro cui si è scagliato l’imprenditore Pompi – assicurano quel controllo del territorio che non era mai stato garantito da alcuna autorità.

L’AUTOBUS BLOCCATO – L’evento che ha innescato la nascita di un movimento di denuncia delle condizioni di via Albalonga risale alla sera del 17 novembre 2013. Quella sera un gruppo di residenti filma con un telefonino un autobus della linea 87 bloccato nell’ingorgo di auto ferme in doppia e tripla fila sulla strada, impossibilitato a proseguire il percorso assegnatogli. Il bus dopo decine di minuti fu costretto a deviare il suo percorso saltando alcune fermate proprio a causa della incresciosa situazione di sosta presente sulla via.

Il filmato, inviato a diversi blog che si occupano del degrado della Capitale come romafaschifo.com, ottenne così una risonanza mediatica che riportò alla ribalta la questione “Albalonga”. Da quel momento in poi è stato un susseguirsi di denunce e richieste di intervento al corpo di Polizia Locale che ha trovato in Clemente e Botta due interlocutori finalmente attenti e interessati. Il 20 dicembre 2013, a ridosso  del Natale, ebbe luogo un ennesimo caso di blocco del servizio pubblico. In questo caso venne raccolta addirittura la testimonianza di un autista ATAC che, esasperato, bloccò il bus in attesa dell’intervento  delle forze dell’ordine. L’autista dichiarò che quella situazione andava avanti da mesi senza che venissero presi provvedimenti.

Con Clemente i residenti hanno sviluppato dall’avvio delle denunce su Twitter un serrato ‘botta e risposta’ con la Polizia Locale, ottenendo poi un presidio frequente della via nelle ore diurne e notturne, specialmente durante i fine settimana, quando maggiore è l’afflusso di persone. Sono aumentati i controlli durante il giorno, con effetti insperati: diminuzione della sosta selvaggia, sanzioni, quiete pubblica, espletamento dei servizi essenziali. I blitz effettuati dalla tarda serata fino a notte fonda hanno fatto registrare centinaia di multe per doppia fila, sosta su attraversamenti pedonali e in corrispondenza dei crocevia, sugli scivoli per disabili e ancora davanti ai passi carrabili e ai cassonetti e al centro della carreggiata.

LA PROPOSTA – Considerato che il presidio fisso non era una soluzione praticabile, un gruppo di residenti ha proposto al municipio e alla Polizia locale una risistemazione della viabilità sulla strada, atta a diminuire drasticamente se non eliminare del tutto la possibilità alle auto di sostare illegalmente. L’idea è stata sposata e sviluppata dalla Polizia Locale in collaborazione con il presidente del Municipio VII e l’Assessorato alla Mobilità di Roma Capitale. A maggio Susi Fantino (presidente del municipio VII) dichiara “Entro l’estate, verrà istallato unpiccolo spartitraffico che non permetterà la sosta selvaggia. Stiamo lavorando al progetto con il comando dei vigili urbani e con l’assessore Improta: la situazione di via Albalonga va risolta una volta per tutte: creeremo così due sole corsie, una per senso di marcia ed eviteremo che gli indisciplinati parcheggino ovunque in mezzo alla carreggiata».

A settembre del 2014, come promesso, viene attuato il dispositivo sperimentale di viabilità sul primo tratto di via Albalonga, quello che va da Piazza dei Re di Roma all’incrocio con via Ceneda e via Domodossola. Il dispositivo è realizzato in maniera provvisoria, perché si vuole prender tempo per capire se e come la soluzione proposta può funzionare meglio. Vengono ristrette le carreggiate in entrambi i sensi di marcia con la creazione di un parcheggio per moto e scooter al centro della carreggiata; si realizza un nuovo attraversamento pedonale in corrispondenza del civico 10, dove vengono poi sistemati dei paletti parapedonali atti ad impedire una inversione di marcia degli autoveicoli sulle strisce.

Gli effetti di tale dispositivo sono sbalorditivi, almeno nel tratto interessato dall’intervento. Soprattutto di giorno. Riduzione drastica (come ammesso dallo stesso gestore del Bar Pompi) della sosta selvaggia, maggiore scorrimento del flusso veicolare che ora non è costretto più a bloccarsi o a compiere pericolosi cambi di senso di marcia, abbattimento dell’inquinamento acustico causato dalle auto bloccate nei parcheggi da auto posteggiate dietro, conferimento dei rifiuti regolare, così come il transito e fermata dei bus!

Il modello di viabilità e di ostacolo alla sosta selvaggia è efficace ma comunque migliorabile, proprio perché il parcheggio abusivo ancora permane in tutte le parti della via (e di quelle limitrofe) in cui non c’è un ostacolo fisico alla doppia fila e all’invasione di strisce e scivoli per disabili. Molti residenti, in un incontro pubblico con commercianti e Polizia Locale, hanno recentemente proposto diestendere la sperimentazione al restante tratto di via Albalonga, rimasto scoperto. L’idea di fondo è che strade più decorose, civili e sicure (perché percorribili da tutti, a piedi, in bicicletta o in auto) siano una risorsa anche per il commercio, e non solo per gli abitanti, i visitatori e i passanti.