RADICALI ROMA

Feti, scontro tra radicali e Formigoni

Dopo il caos dei feti in lista d’attesa per la sepoltura, è di nuovo polemica sulle nuove norme vo­lute dalla Regione che prevedo­no la sepoltura del “prodotto del concepimento” anche di meno di venti settimane. I radicali chiedono l’intervento della Procura della Repubblica dopo l’e­sposto che avevano presentato contro il regolamento del gover­natore Roberto Formigoni. «Come volevasi dimostrare — denuncia il segretario Valerio Federico — quello che era ampiamente prevedibile è avvenu­to. Non si è trattato di una deci­sione tecnica indolore, ma di un diktat politico che sta creando problemi agli operatori e fru­strazione alle donne. Intervenga la magistratura. Dalle dire­zioni sanitarie vorremmo sape­re se oltre a conservare i feti in attesa di precise indicazioni hanno già iniziato a chiedere al­le donne che hanno abortito le loro intenzioni sulla sepoltura del feto. Un’intollerabile forma di pressione psicologica che pone il provvedimento lombardo in patente contrasto con la Co­stituzione e le leggi nazionali».

 

 

 

Sotto accusa anche le norme non ancora precise, che metto­no in difficoltà gli ospedali e continuano a provocare le accuse di medici e operatori. «È sorprendente — afferma Maria Grazia Fabrizio della Margheri­ta — che la Regione che si è glo­riata di aver per p rima varato un regolamento così avanzato nel­la tutela del diritto del feto, ora non si preoccupi di far avere a chi opera sul campo delle istru­zioni precise attraverso delle circolari».

 

 

 

Pronta la replica del Pirellone, che ammette «che una circolare esplicativa è ancora in fase di emanazione», ma respinge le polemiche. «Di politico e stru­mentale — sostiene Formigoni in una nota — c’è solo la pole­mica dei radicali, ai quali capita ancora di interpretare la realtà con gli occhi dell’ideologia. Non c’è infatti niente di ideologico nell’attribuire ai feti, nel rispet­to della libera volontà delle famiglie e delle madri,la dignità di un corpo umano, che merita de­gna sepoltura. La legge 194 e le annesse polemiche in tutto questo non c’entrano proprio nulla. È falso sostenere che le direzioni degli ospedali non sap­piano come comportarsi: il loro ruolo è quello di informare e, nel caso, segnalare la richiesta alle Asl. Il provvedimento è stato pe­raltro approvato all’unanimità dal consiglio regionale. A testi­monianza che la sua ragionevo­lezza è stata riconosciuta da tut­te le forze politiche, al di là di schieramenti e posizioni politi­che». Anche il capogruppo di An Roberto Alboni difende la Re­gione: «Sui feti sono nate pole­miche d’altri tempi». E il suo compagno dipartito Carlo Maccari insiste: «Non si comprende quali problemi abbiano gli ospedali: fino all’entrata in vigore delle modifiche hanno smaltito i feti con i rifiuti ospe­dalieri, ora pare siano nel caos. Perché?»