Presidente Formigoni, questa Finanziaria è per metà destinata allo sviluppo e per metà alla «correzione del deficit»: come giudica la manovra?
«Guardi, ci sono molte cose che non quadrano. Cominciamo dai tagli. In campagna elettorale il centrosinistra aveva annunciato che avrebbe ridotto le spese improduttive. In realtà, la scure del governo colpisce per due terzi enti locali e Regioni. Per ora hanno fornito poche cifre, ma ho già fatto i miei calcoli e vedo che per la sanità ci sono tre miliardi in meno».
Il ministro Turco ha detto che alla sanità sono destinati 101 miliardi, sei in più…
«Io mi baso sull’incontro che abbiamo avuto con Padoa-Schioppa: è lui che ci ha fornito quella cifra, quando abbiamo firmato l’accordo sulla sanità con il governo. Le Regioni hanno accettato i tagli e i ticket per senso di responsabilità, non ci siamo messi a strillare. E poi c’è un miliardo e 850 milioni per il patto di stabilità, oltre ai tagli di personale. In totale, tra i 5 e i 6 miliardi in meno alle Regioni».
E i Comuni?
«Il calcolo dei tagli arriva a 3-4 miliardi. Quindi, tra Comuni e Regioni arriviamo a circa 10 miliardi. Poiché la “correzione”, in tutto, vale 14 miliardi, se ne deduce che il 70 per cento dei risparmi non sarà fatto sulla macchina statale: è comodo farsi belli con le penne del pavone di altri».
Però avete la possibilità di fare nuove tasse.
«Bella scoperta. In realtà questi risparmi incidono anche sulla spesa sociale, sulla sanità, sulle risorse per le famiglie. E c’è un altro taglio nella previdenza di 2 miliardi. Adesso le Regioni e i Comuni hanno una sola possibilità: o ridurre i servizi o aumentare le tasse locali. Ognuno di noi valuterà cosa fare. Ma si metta nei panni dei cittadini: potrebbe arrivare una nuova ondata di tasse dopo la Finanziaria…».
E’ vero che i ceti medi sono stati puniti?
«Ho i miei dubbi che, fiscalmente, sia utile colpire i cosiddetti ceti “molto abbienti”. Quanto farà entrare nelle casse dello Stato? Bisogna fare i conti dopo: nonostante Berlusconi abbia ridotto davvero le tasse, ci sono state super-entrate fiscali per 24 miliardi originate da precedenti balzelli. Perciò vorrei vedere i conti finali. Mi devono dimostrare che chi guadagna 75 mila euro l’anno sia un “ricco”: ci sono medici, professionisti, ma anche operai specializzati, guadagnano 3 mila euro netti al mese. Così penalizzano il ceto medio: aumentano la pressione fiscale su chi già paga le tasse, invece di diminuire l’evasione. Su questo punto non c’è nulla di concreto».
«Formigoni, scenderà anche lei in piazza? Nella Cdl non tutti sono d’accordo a lanciare le manifestazioni di protesta contro la Finanziaria. Follini dice che si l’opposizione alla manovra si fa in Parlamento».
«E’ ovvio che la prima opposizione si farà in Parlamento, e da parte nostra nelle sedi istituzionali. Le anticipo che i malumori sono anche in molti miei colleghi di centrosinistra. Ma vorrei aggiungere che saranno gli stessi cittadini a scendere in piazza: i partiti dovranno inseguire la loro reazione».
La «Padania» parla di un tradimento del Nord, ma anche dall’Ulivo sono nate critiche. Cosa ne pensa?
«Con Prodi avevamo avviato il “tavolo per Milano”, ma mi sembra che sia rimasto senza gambe. Nella Finanziaria non c’è nulla per noi. Avevamo chiesto infrastrutture e innovazione, anche il presidente del Consiglio ci aveva dato il suo assenso, invece per le infrastrutture non c’è un euro, per la Lombardia. Mi si dice che la Pedemontana, essendo nelle priorità della Regione, è anche in quelle del governo… Mi prendono in giro? Il dialogo va bene, ma poi conta la matematica».
I soldi per gli investimenti non sono molti…
«A parte il fatto che sento gli imprenditori poco soddisfatti per la riduzione del cuneo fiscale, che è inferiore alle aspettative, noto anche come l’esenzione sul bollo delle auto ecologiche “euro 4” sia stata fatta senza dirci nulla: neanche una telefonata. Eppure queste imposte vanno alle Regioni, che in genere le destinano al trasporto pubblico. Ma avevamo anche avanzato richieste a costo zero».
A che cosa si riferisce?
«Ho chiesto che alla Regione Lombardia fossero dati i poteri per agire al posto dell’Anas, per le infrastrutture. Noi possiamo fare le strade, come abbiamo già dimostrato, più in fretta dell’ente statale. Se inserivano questa norma in Finanziaria, avremmo potuto anticipare tutto».