RADICALI ROMA

Giornata infanzia, carceri. Testa (Ass. Detenuto Ignoto): lettera aperta al Presidente della Camera Pierferdinando Casini

Egregio Presidente,
il motivo di questa lettera approfitta di due particolari ricorrenze odierne. Una: la celebrazione della Giornata per i Diritti dell’Infanzia; l’altra: due mesi fa, il 20 settembre,  scadeva il termine di cinque anni entro il quale, secondo quanto imposto dal Decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 30 giugno 2000, si sarebbero dovuti adeguare gli istituti di pena a criteri di maggiore vivibilità e condizioni trattamentali meglio rispondenti alle condizioni e alle funzioni che la Costituzione attribuisce a questi istituti stessi.
In sostanza, ad oggi, sono due mesi esatti che l’aver disatteso quanto espressamente richiesto da un Decreto Presidenziale si aggiunge alla “fedina” dell’amministrazione della pena detentiva nel nostro Paese. In questo fascicolo, ad attendere detta ulteriore inadempienza, già comparivano – non senza scandalo – la violazione del numero massimo legale di persone detenute, di quasi 20.000 unità oltre il sopportabile e in continua crescita, e la frequente negazione del diritto alla salute per i detenuti. Inoltre, con questo stesso Decreto Presidenziale si destinavano i soldi del fondo della Cassa delle Ammende (una somma che lo scorso anno era stimata in circa 80 milioni di euro) al finanziamento di progetti per il reinserimento lavorativo dei detenuti e per il sostegno economico alle loro famiglie. Senza tirarla per le lunghe e senza riproporle tutto l’iter di (non) attuazione di questa seconda parte del DPR, ci troviamo, dopo un’attesa di cinque anni, a non avere ancora alcuna notizia riguardo un solo progetto finanziato e avviato, o una sola famiglia che abbia ricevuto mezzo euro.
Se da una parte, Presidente Casini, a questo punto della lettura si starà probabilmente chiedendo perché una tale missiva sia indirizzata a lei e alla Carica che ricopre, dato che le responsabilità di quanto sopra descritto sono piuttosto da attribuirsi al Ministero della Giustizia, al Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria e alle Regioni, dall’altra – tutto sommato – appare come anche la Camera che lei presiede si sia dimostrata reticente ad affrontare in maniera responsabile il problema del fallimento della legalità, proprio da parte di quella struttura dello Stato cui è affidato il compito di rieducare e riconquistare alla legalità, come si è dimostrata reticente nell’ideare e nel proporre gli interventi legislativi per sanare lo stato ormai cronico di illegalità che insiste sul sistema carcerario.
Certo, i problemi dello Stato sono tanti: come trovare il posto nel calendario politico per tutti? Certo non si può pensare di migliorare il Paese senza la devolution, senza la ex-Cirielli, senza la riforma elettorale. Non si può privare l’Italia di certe delizie legislative solo perché la legislatura volge ormai al termine.
Spero sinceramente, e non certamente solo per la stima che vorrei continuare a nutrire nei suoi confronti, che in tutto questo riesca a trovare anche il tempo e il modo, ora che sono ormai passate le ferie estive, è passato anche il ponte d’Ognissanti, siamo appunto al 20 di novembre – Giornata dei Diritti dell’Infanzia che lei stesso ha avuto modo di celebrare in Parlamento –  e già s’approssimano ora le feste natalizie,  di esaudire quell’impegno, così gaiamente ripreso da agenzie, telegiornali e stampa, che rappresenterebbe il più bel regalo di Natale per quei bambini che ancora oggi vivono, con le loro madri, dietro le mura, i cancelli e le sbarre di un carcere in Italia: “Mai più bambini in carcere!”.
Quindi, signor Presidente, mi perdoni l’impudenza se le dichiaro che questa mia lettera vuole anche essere l’invito, se già non l’avesse fatto, ad iniziare a preparare la sua lista di Natale. Perché il tempo stringe, soprattutto per uno impegnato come lei. Spero anche lei sia concorde che il primo punto della lista spetti agli innocenti, e su questo gradirei la sua risposta coi fatti, più che quella scritta. Una risposta a quei bambini, più che a se stesso.
Onorevole Presidente non me ne voglia se per ultima cosa le confesso una mia riflessione: mi chiedevo se per caso il clima natalizio che già si fa sentire, o forse l’aver posto, pochi giorni fa, una targa in Parlamento in memoria della visita di Papa Wojtyla,  o forse chissà – guardi un po’ cosa arrivo a pensare – le invenzioni di un pazzo-saggio come Marco Pannella, o semplicemente la constatazione che a quello stato di illegalità va posto rimedio… Pensi che bel Natale sarebbe, e che esempio di senso civico, se prima si riuscisse a trovare un’ora libera tra gli impegni della Camera per votare un provvedimento di amnistia, per quell’atto di clemenza che è atto di buon governo. Con questo auspicio le porgo i migliori saluti, confidando nella sua pronta autorevole risposta, coi fatti.

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