RADICALI ROMA

“I cattolici lascino libertà di scelta, come per divorzio e aborto”

«Bravo Fassino. Cambiare la legge sulla fecondazione assistita è una priorità. E quando si vorrà affrontare seriamente il tema, ci sono già pronte due proposte della Rosa nel pugno, firmate da Lanfranco Turci e Marco Cappato dell’associazione Luca Coscioni». Il radicale Daniele Capezzone coglie al volo la proposta del leader ds e invita «Lusetti, di cui stimo e apprezzo la capacità di dialogo, a discutere in una prospettiva di apertura, per esempio sugli embrioni in soprannumero».  

 

 

 

Sembra però che la Margherita accetti solo lievissimi miglioramenti alla legge 40, onorevole Capezzone. 

 

«lo credo invece che i tempi siano maturi per un approccio non ideologico al problema. Chiunque legga con serenità la legge, noterà che 55 commi cominciano con la frase “è vietato’. Un’impostazione mentale pari solo a quella con cui la Costarica ha legiferato in materia».  

 

 

 

Si sarà però accorto che i cattolici non vogliono sentir parlare di stravolgimento delle regole sulla ricerca. 

 

«E’ vero il contrario. Come confermano due recenti ricerche Eeurispes e Eurisko, la maggioranza degli italiani, credenti e non, dì centrodestra e di centrosinistra, non sono affatto disposti a fare crociate su questi argomenti perché, come insegnano divorzio e aborto, una cosa sono le convinzioni personali. un’altra la libertà di scelta». 

 

 

 

La Chiesa e i cattolici dei due schieramenti però tracciano confini ben precisi sulla bioetica. 

 

”E’ un’ipocrisia. Tutti sanno che chi ha i mezzi va all’estero per la procreazione assistita. E presto, quando arriverà una buona notizia dagli Usa o da qualche altro laboratorio nel mondo, pensa che non ci sarà la corsa alla cura per il cancro o le malattie degenerative? In quel caso. che diremo? E’ vietato farsi curare’?». 

 

 

 

Ammetterà che la materia è spinosa, quanto i Pacs. A proposito, che ne pensa della proposta della Binetti sulla esclusione dei conviventi dai benefici per la famiglia? 

 

«E questa sarebbe una proposta? A me sembra una discriminazione. Altro che apertura. Il programma dell’Unione contiene colpevoli omissioni sui Pacs e sulla bioetica. Noi della Rosa nel pugno ci stiamo battendo per modificarlo, ispirandoci alle esperienze delle democrazie europee. Per parlare sempre della Spagna, anche Aznar è stato più progressista dell’Italia. Prendiamo esempio. Credo che nel concreto, ci si possa intendere anche con i cattolici perché non può essere che il governo e questa maggioranza si facciano dettare la linea dalla professoressa Binetti e dall’Opus Dei».