I RETTORI – Nelle università i contrari sono ormai la maggioranza. C’è un fatto nuovo. I rettori che finora hanno puntato a un’intesa, tenendo a freno quanti volevano lasciare i tavoli del confronto e passare alla protesta, ora sono schierati contro. Hanno mutato atteggiamento quando la maggioranza ha applicato la regola che consente di spostare dalle commissioni all’aula una legge rimasta bloccata per 60 giorni. Piero Tosi, presidente della Conferenza permanente dei rettori (Crui) è preoccupato: «E’ stata troncata la discussione. Nelle università, purtroppo, c’è un grande malessere». I rettori denunciano anche la confusione e l’incertezza sugli emendamenti.
I RICERCATORI – E’ la parte più delicata della riforma, insieme ai concorsi. Le incerte sorti del disegno di legge sono legate ad alcuni emendamenti presentati dal senatore Franco Asciutti, presidente della Commissione istruzione di Palazzo Madama e dai senatori Giuseppe Capurro (Udc) e Giuseppe Valditara (An). Lo scopo è quello di offrire prospettive ai giovani mantenendo in vita il ruolo dei ricercatori a tempo indeterminato per altri 8 anni. Un punto sul quale il ministro Moratti finora ha sempre espresso un’opinione contraria. Tra gli emendamenti ce n’è uno che propone la selezione delle commissioni dei concorsi col sorteggio invece del voto al fine di evitare il rischio di accordi sottobanco, una piaga che impedisce ai giovani più preparati di affermarsi.