RADICALI ROMA

I farmacisti romani dicono "no" al Papa

L’obiezione di coscienza è ”un diritto che deve essere riconosciuto alla vostra professione, permettendovi di non collaborare direttamente o indirettamente alla fornitura di prodotti che hanno per scopo scelte chiaramente immorali come per esempio l’aborto e l’eutanasia”. Le parole dette da Benedetto XVI ai farmacisti cattolici non lasciano indifferente le farmacie comunali di Roma che rispondono secche: “Per noi, nessun condizionamento”.

LE RICHESTE DEL PAPA – Il Santo Padre chiede ai farmacisti di essere consapevoli degli effetti che hanno alcune molecole, create con lo scopo di evitare ”l’annidamento di un embrione” o ”abbreviare la vita di una persona”. La vita, sottolinea, ”deve essere protetta dal suo concepimento alla sua morte naturale”. ”Il farmacista – secondo Benedetto XVI – deve invitare ciascuno a un sussulto di umanità, affinché ogni essere sia protetto dal suo concepimento alla morte naturale e affinché i medicinali ricoprano veramente il loro ruolo terapeutico”.

FEDERFARMA – Franco Caprino, segretario di Federfarma, commenta: ”E’ anacronistico pensare alla possibilità per i farmacisti di esercitare l’obiezione di coscienza quando si tratta di vendere ai cittadini farmaci eticamente sensibili”. Federfarma ricorda che “se si vuole dare al farmacista la possibilità di rifiutare la consegna di un farmaco per motivi di coscienza è necessario che sia modificata la legge attuale che obbliga il farmacista, dietro presentazione di ricetta medica, a consegnare il farmaco o a procurarlo, se non disponibile, nel più breve tempo possibile”.

FARMACIE ROMANE – ”L’azienda pubblica che dirigo è tenuta al rispetto delle leggi dello Stato italiano e quindi le nostre farmacie continueranno a vendere tutti i farmaci consentiti dalla legge nel nostro Paese”. Parla chiaro il presidente delle farmacie comunali di Roma (Farmacap) Arturo Salerni, che ricorda: “Svolgiamo il nostro lavoro soprattutto nelle zone più disagiate della città di Roma nel pieno rispetto della legge e cercando di garantire il massimo servizio ai cittadini. L’azienda nelle sue 40 farmacie – aggiunge – comunali continuerà a svolgere il suo servizio senza alcun condizionamento”.
Le parole del Pontefice vengono invece accolte da alcuni farmacisti, come Piero Uroda, presidente dell’Unione dei farmacisti cattolici che, dalla sua farmacia a Fiumicino, dice: “Mai venduta la pillola del giorno dopo, Norlevo o Levonelle”. Ed in proposito il farmacista intende proseguire con la linea dura: ”Aspetto solo che mi portino davanti al giudice – dice in tono di sfida – Non ho mai venduto questi due prodotti e anche se mi è capitato qualche volta di ricevere una richiesta mi sono sempre rifiutato di venderli nel mio esercizio, senza alcun problema”.