0In una lettera inviata oggi al presidente del Consiglio Romano Prodi, al ministro dell’Economia Padoa Schioppa e a tutti i segretari dei partiti della maggioranza, in vista del vertice di stasera sulla finanziaria, i Radicali tornano a ribadire di avere accettato il protocollo sul welfare «come compromesso che limita i danni che sarebbero stati provocati alla spesa pubblica dall’abolizione integrale dello “scalone”, pur essendo favorevoli al suo mantenimento, all’innalzamento dell’età pensionabile e alla sua equiparazione fra donne e uomini al fine di ridurre la spesa pubblica e di liberare risorse per un’effettiva riforma del welfare e per la realizzazione di un sistema universale di ammortizzatori sociali». «Se, invece – sottolineano i radicali – il disegno di legge sul welfare vedrà spostarsi in altra direzione i precisi paletti stabiliti dal protocollo, comunichiamo sin d’ora che ci riserviamo di presentare emendamenti di ripristino integrale della riforma Maroni sulle pensioni e di votare emendamenti presentati in questa direzione anche da parte di parlamentari che non fanno parte della maggioranza». La lettera prosegue sottolineando i punti che più stanno a cuore ai radicali: la riduzione del debito pubblico e la riqualificazione della spesa pubblica. «Le famiglie povere – segnalano – si concentrano in quella parte della popolazione che non possiede un’abitazione e paga una fetta importante del suo stipendio, anche più del 50%, per l’affitto di una casa, non per l’Ici». Il dossier, già argomentato a più riprese, si è arricchito oggi di un nuovo capitolo sulle prospettive per i «lavoratori» oggi trentenni: lo riferisce Marco Pannella in un’altra nota allegata e sempre indirizzata a Prodi e agli altri protagonisti del vertice di questa sera.