RADICALI ROMA

I Radicali e Walter

«Chiediamo che Veltroni intervenga, riunisca i capigruppo della sua maggioranza e dica chiaramente se questa delibera deve o non deve passare». Il pressing è dell’associazione dei Radicali di Roma che ieri, per bocca del segretario Massimiliano Iervolino, ha fatto chiaramente capire che la partita sulla istituzione di un registro per le coppie di fatto in Campidoglio non finirà nel nulla. O, per meglio dire, che questa è la speranza dei Radicali. In ogni caso, se allo stato è difficile prevedere se Veltroni deciderà di entrare nella partita – fatto che però sembra assai improbabile, almeno per adesso – è difficile dar torto ai Radicali quando affermano che un primo obiettivo lo hanno già centrato. Se l’intento era di riproporre una questione che per gran parte della politica italiana sembra sempre più un tabù – e non soltanto a destra, anzi – allora i Radicali hanno ragione. È però anche innegabile che non fosse soltanto questo l’obiettivo con cui la battaglia sulle unioni civili era stata intrapresa. E allora le cose si fanno più complicate e, grazie alla mancanza di compattezza del centrosinistra su questo argomento, appare oggi difficile immaginare un esito senz’altro positivo per questa battaglia. Hanno ragione i radicali anche quando sottolineano, considerati i numeri che il centrosinistra può vantare in Campidoglio, che se non si riesce ad approvare questa delibera, non si capisce come si possa pensare di fare qualcosa del genere in Parlamento. A Roma ad essere decisivi saranno i voti dei consiglieri comunali del Pd, e degli ex Ds in particolare, essendo già scontate alcune defezioni tra gli ex margheriti.
Detto tutto ciò, si capisce come, rivendicato l’obiettivo di aver sollevato il problema, ora i Radicali ripartano all’attacco e chiedano a Veltroni di schierarsi. Soltanto l’intervento del sindaco sembra allo stato poter modificare un esito che in caso contrario non soltanto non è per nulla scontato ma anzi si giocherà voto per voto. La sensazione, però, è che se il capo di quella maggioranza rimane fermo a quanto affermato a Otto e Mezzo di Giuliano Ferrara («Sarebbe meglio cercare e trovare un punto di sintesi in Parlamento»), quella maggioranza difficilmente ci sarà. Anche perché sinora quella maggioranza è mancata anche nel paese. E le vicende dei Pacs-Dico-Cus e del testamento biologico sono lì a dimostrarlo.