RADICALI ROMA

I Radicali: noi avanti con la Rnp, anche soli

  «Andremo avanti anche perché i compagni dello Sdi possano  ritrovare (e ritrovarvisi) la Rosa nel pugno. Con questa speranza  e determinazione, con questa amicizia auguriamo loro: buon Congresso!». L’augurio di Marco Pannella  non nasconde l’amarezza  del leader radicale per la scelta dei soci fondatori socialisti  della Rnp di puntare a un progetto  alternativo, che il segretario  dello Sdi Enrico Boselli lancerà domani a Fiuggi al V Congresso  del partito. Se qualcuno, nel campo radicale, si faceva ancora qualche illusione sulla possibilità che dalle assise dello Sdi potessero  arrivare segnali forti di conferma  delle ragioni e degli obiettivi  della Rnp, dopo le parole di ieri di Boselli non ha potuto che prendere atto della situazione.

 

 

 

 «La Rosa nel pugno — ha detto il segretario socialista — è stata una novità e ha avuto il merito di mettere all’ordine del giorno del centro-sinistra temi come la laicità dello Stato e i diritti civili. La  Rnp però non è diventata un partito, mi dispiace, ma tra noi e i radicali  c’è un modo diverso di fare politica».

 

 

 

 A prenderne amaramente atto  è anche il radicale Marco Cappato, membro della segreteria  Rnp e vicinissimo a Pannella. «Le avvisaglie degli ultimi mesi si sono esplicitate», è costretto ad ammettere, senza mancare di inviare a Boselli gli auguri per la nuova avventura”. «Possiamo solo augurare a Boselli che questo  progetto possa durare un po’  più di tempo di tutti gli altri che ha avviato…». Le ragioni avanzate  da Boselli per la liquidazione da parte dello Sdi della Rnp, però, non convincono affatto Cappato.

 

 

 

 «Un diverso modo di fare  politica? Cosa non va bene nel nostro  modo di fare politica? Sono meglio le risse dei socialisti?». Come sottolinea Pannella, ribadendo  la convinzione espressa dal Comitato  dei radicali italiani  che, oggi ancora ben più di ieri, obiettivi e ragioni che portarono  all’evento/avvento della Rosa nel pugno restino validi, necessari  e urgenti per il nostro Paese, «noi radicali abbiamo rispettato scrupolosamente Patti fondativi, accordi di metodi e di merito,  impegni solenni con gli elettori (siamo una forza politica, non un accordo elettorale), abbiamo chiesto, a volte preteso inutilmente, il funzionamento di Segreteria  e Direzione, proposto un ampliamento graduale ma molto forte della articolazione e della struttura della Rnp». Inoltre, aggiunge Pannella, «abbiamo  dovuto condurre come radicali  la vicenda Welby, quella Saddam, quella in corso per la Moratoria  sulla pena di morte, in poco più di un semestre nel quale l’opinione  pubblica è stata fortemente  coinvolta». Per i radicali, la Rnp va comunque avanti e resta attuale e urgente anche per chiunque oggi sia liberale, socialista, laico e radicale. «La “morte  presunta” della Rnp, il suo “coma”, resteranno illusione, miraggio  o incubo».