Forse Marco Pannella non sarà quel Crono che mangia i propri figli come con colorita metafora lo definì uno di quelli, Daniele Capezzone, prima del congresso di Padova che lo sollevò dalla segreteria dei Radicali. Certo è però che a vedere le due pagine quasi gemelle che ieri i Radicali Italiani hanno acquistato sul «Foglio» e sul «Riformista», non c’è dubbio che i rapporti tra i due esponenti politici non siano poi tanto lontani (politicamente parlando) dal cannibalismo. O che, comunque, Giacinto Pannella detto Marco, da Teramo, è bene non farlo arrabbiare. Nel giorno in cui Daniele Capezzone lancia ufficialmente il suo network (www.decidere.net) con 13 proposte (definite «13 cantieri per una politica ad alta velocità») aperte a chi voglia appoggiarle, i Radicali danno corso a quello che il Comitato nazionale ha deliberato quattro giorni fa. Quella che giornalisticamente è stata definita «la fatwa», è in realtà una proposta politica vera, sulla trasparenza dei comportamenti dei politici. I Radicali propongono di monitorare la “vita” del parlamentare: vogliono rendere pubblico come vota (e se è presente alle votazioni), il deputato, il senatore, anche il consigliere di circoscrizione. «Io leggevo Le Monde a 16 anni, 17 anni, perchè c’era l’elenco di come votavano i parlamentari – aveva esordito Pannella al Comitato del primo luglio -. Lì conobbi un po’ la politica…C’erano il gruppo Radicale che in genere si divideva per tre…». E così la nuova proposta politica dei Radicali, parte proprio da qui (dalla trasparenza e dalla divisione-libertà di coscienza, si direbbe). Con una sostanziale innovazione: la messa all’indice del cattivo esempio, del reprobo. Leggiamo. Il discorso è ipotetico: «Facciamo l’ipotesi che un qualsiasi deputato eletto si comporti come segue: che al 3 aprile 2007, dopo quasi un anno di legislatura, abbia partecipato solo a 52 votazioni su 2.458, che su 80 giorni di votazioni sia stato presente 6, sia risultato assente “giustificato” da missione 39 giorni e assente ingiustificato 35 giorni, risultando così ultimo tra tutti i deputati…». Il caso di scuola è, neanche a dirlo, quello di Daniele Capezzone. La Riforma Liberale del «Parlamento-Casta» annunciata dal titolo, parte dalle manchevolezze dell’ex segretario dei Radicali. Più che di un padre mitologico che mangia i figli, l’immagine che si ha davanti è quella di uno che li sculaccia, e se non capiscono li sculaccia più forte. Manca solo un’autocritica sulla capacità, anche di un piccolo (e glorioso) partito, di selezionare classe dirigente.