RADICALI ROMA

I "terzisti" della Rosa nel pugno all'attacco «Costruiamo il partito liberal-socialista»

  L’associazione per la Rosa nel Pugno, che da oggi è riunita in convegno a Montecatini, rappresenta i ”terzisti” della formazione radicalsocialista. Luciano Cafagna, Alberto Benzoni, Antonio Landolfi sono della partita. A guidarli è Lanfranco Turci, che ha lasciato la Quercia sei mesi or sono per dare vita al nuovo partito. Dopo un passaggio travagliato e sofferto, ad assistere all’infanticidio in culla proprio non ci sta. Ma il porto in cui è approdato non è un’oasi di pace. Sdi e Radicali, si sa, sono ai ferri corti: non si mettono d’accordo sulla strada che il loro tandem dovrà percorrere da qui alle amministrative e non sono in grado neppure di affrontare le emergenze. Innanzitutto rispondere alle dimissioni del capogruppo alla Camera, Roberto Villetti. E poi capire come si affrontano le future scadenze elettorali; stabilire chi detiene nome e simbolo del partito/non partito.
 
 Resta il fatto che alla Rnp sono andati voti, simpatie ed adesioni di tanta parte di un corpo elettorale ”non schierato” tra socialisti e pannelliani, e il tentativo che vuole compiere l’associazione”~Per la Rosa nel Pugno” è di intercettare quell’interesse. O almeno di non disperderlo.
 
 E’ l’obiettivo che si è dato Lanfranco Turci, eletto deputato nelle fila radicali ma con un curriculum tutto scritto con l’inchiostro rosso. Tra i pochissimi iscritti della Fgci al liceo classico Muratori, Turci entra nella segreteria dei giovani comunisti insieme a Occhetto e Petruccioli, a fine anni Sessanta. Poi è un susseguirsi di incarichi istituzionali. Entrato nel 1970 alla Regione Emilia Romagna come assessore alla sanità, ne è diventato dopo sette anni Presidente. Un emiliano iperattivo, che lavora quattordici ore al giorno; dopo dieci anni trascorsi come presidente della regione rossa per antonomasia, dal 1987 al 1992 è presidente della Lega delle Cooperative – il cuore dell’impero finanziario dell’ex Pci, tanto per non risparmiarsi niente – e parlamentare pidiessino.
 
 ”Ala migliorista, però”, precisa lui. “Quella di Gerardo Chiaromonte, Emanuele Macaluso e Giorgio Napolitano”. Fine organizzatore politico, Turci ha vissuto come una evoluzione naturale il suo passaggio alla Rosa. «Il mio sogno è sempre stato quello di un partito di rettamente ispirato al socialismo liberale. Quello che in Italia non c’è mai stato». E forse non ci sarà  mai: se Turci e lo Sdi vogliono riorganizzare la Rosa nel Pugno su base territoriale, strutturando organicamente la formazione, i radicali impugnano le cesoie ed evocano il rischio potatura. Il j’accuse di Pannella a Turci, quello di voler costruire un “ennesimo partitino”, di cedere alla partitocrazia, è senza appello: il leader radicale, proprio oggi lancia con un messaggio pubblicitario (che il Riformista pubblica a pagina 12) una sua proposta contro la “normalizzazione partitica” della Rosa. I pannelliani, primo tra tutti Michele De Lucia, hanno avuto per l’esponente terzista parole anche molto pesanti. «Vai in giro con il piatto dell’elemosina in mano tra noi e i socialisti», gli hanno detto. «Parole che mi hanno ferito», ha confessato Turci. Che però va avanti. «Vogliamo costruire un grande partito liberalsocialista, non una piccola, piccolissima élite di illuminati», risponde. E parla ai suoi compagni riuniti ad Orvieto: «Il Partito Democratico è il soggetto che vogliamo intercettare, per porre all’interno del suo dibattito un’agenda ricca di laicità, una ventata riformista. Dobbiamo avere le idee chiare tra di noi e strutturarle bene all’esterno, dove chi vuole aderire alla Rosa nel Pugno, oggi, non sa dove andare, a chi telefonare». I radicali dovranno dargliene atto, e non a caso il numero uno di Torre Argentina è a Montecatini: in gran parte d’Italia di loro non vi è traccia, e captare il segnale di Radio Radicale potrebbe non bastare, ai più, per sentirsi parte di una organizzazione di partito. Il giovane segretario dell’associazione per la Rosa nel Pugno, Tommaso Ciuffoletti, 26 anni, risponde secco: «Non c’è scritto da nessuna parte, negli accordi, che la Rosa nel Pugno non deve essere un partito organizzato e strutturato. Può essere un’idea personale di Pannella, ma questo non c’è negli accordi di Fiuggi». La palla torna in campo radicale: la direzione è stata convocata in fretta e furia per domani.