RADICALI ROMA

ICI VIVA PREOCCUPAZIONE DELLA TAVOLA VALDESE PER LA NORMA SULL'ESENZIONE

Roma (NEV), 19 ottobre 2005 – Dopo le polemiche delle scorse settimane, torna in primo piano la questione dell’ICI per gli immobili di proprietà ecclesiastica, anche quelli utilizzati a fini commerciali. La norma – inizialmente contenuta nel decreto legge sulle Infrastrutture poi ritirato – con grande probabilità ricomparirà nel decreto fiscale, con un emendamento che estende l’esenzione anche “a tutti gli enti riconosciuti di altre confessioni religiose con cui lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese”. Lo ha affermato il senatore Lucio Malan (FI), valdese e promotore dell’iniziativa. “Ne ho parlato col sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta che ha condiviso la nuova versione della norma. E lo stesso ministro dei Rapporti col Parlamento, Carlo Giovanardi, ha assicurato che il Governo farà suo l’emendamento al decreto fiscale” ha precisato il senatore.

Tuttavia, questa soluzione non soddisfa le attese della Tavola valdese (esecutivo dell’Unione delle chiese valdesi e metodiste): “L’estensione di quello che ci appare un privilegio, non ne modifica la natura”, ha dichiarato la pastora Maria Bonafede, moderatora della Tavola valdese, esprimendo viva preoccupazione. “Tale norma infatti, anche ove volesse allargare l’area di esenzione dall’ICI prevista dalla normativa del 1992 alle altre confessioni religiose riconosciute dallo Stato, sembra escludere gli altri soggetti che, secondo la stessa normativa, hanno comunque la possibilità di utilizzare varie esenzioni dall’imposta. Dunque, se la norma del Governo proponesse una nuova formulazione che riducesse ulteriormente le risorse a disposizione dei Comuni, e si applicasse ai soli enti religiosi, escludendo perciò che le stesse attività siano sottoposte al medesimo trattamento fiscale, indipendentemente dalla qualità dei soggetti che le esercitano, non potrebbe che vedere confermata la nostra posizione fermamente contraria”.