RADICALI ROMA

Il Manifesto – Roma, Unioni civili: caro Zingaretti, invece di gioire abroga la legge Storace

di Riccardo Magi e Alessandro Capriccioli

L’approvazione della deli­bera sulle Unioni civili è il secondo passo — dopo l’approvazione del regi­stro dei testa­menti bio­lo­gici — per fare di Roma la capi­tale dei diritti e della lai­cità, e per dare una rispo­sta ai fon­da­men­ta­li­smi dila­ganti e alle loro (spesso tra­gi­che) conseguenze.

La sto­ria delle unioni civili al Comune di Roma è lunga e tra­va­gliata: nel 2007 la deli­bera di ini­zia­tiva popo­lare pro­mossa da Radi­cali Roma, otte­nuta gra­zie a una cam­pa­gna cui aderì tutto l’associazionismo Lgb­tqi romano, venne boc­ciata dalla mag­gio­ranza di sini­stra dopo l’incontro dell’allora sin­daco Wal­ter Vel­troni con il car­di­nal Tar­ci­sio Ber­tone; Miriam Mafai su Repub­blica la definì signi­fi­ca­ti­va­mente «la prima scon­fitta per il Pd» che stava nascendo in quei mesi. Nel 2012, su una nuova deli­bera di ini­zia­tiva popo­lare, rac­co­gliemmo oltre 8mila firme di cit­ta­dini romani, ma durante quella con­si­lia­tura, in palese vio­la­zione dello Sta­tuto comu­nale, la deli­bera non venne mai discussa.

La deli­bera appro­vata mer­co­ledì, dun­que, rap­pre­senta un cam­bio di rotta rispetto ai ritardi e agli errori che nel pas­sato hanno carat­te­riz­zato anche (e soprat­tutto) la sini­stra romana, e una rispo­sta alle cri­ti­che stru­men­tali finora uti­liz­zate per osta­co­larla: il testo non esula dalle com­pe­tenze dei comuni e non è anti­co­sti­tu­zio­nale, come alcuni hanno affer­mato in que­sti giorni; al con­tra­rio, va nella dire­zione di non discri­mi­nare le fami­glie di fatto basate su legami affet­tivi ete­ro­ses­suali od omo­ses­suali rispetto a ogni atti­vità, ini­zia­tiva o ser­vi­zio ero­gato da Roma Capi­tale.
Assai diversa, e pur­troppo deci­sa­mente grave, è la situa­zione nor­ma­tiva di com­pe­tenza nella Regione Lazio, in cui è ancora vigente la fami­ge­rata “legge Sto­race sulla fami­glia” del 2001, evi­den­te­mente discri­mi­na­to­ria sui ser­vizi essen­ziali riguar­danti tutti i cit­ta­dini del Lazio.

Invece di festeg­giare quanto acca­duto al Comune Nicola Zin­ga­retti e Mas­si­mi­liano Sme­ri­glio, pre­si­dente e vice­pre­si­dente della Regione, dovreb­bero dun­que spie­gare ai cit­ta­dini come possa con­ci­liarsi tanto entu­sia­smo con il fatto che la legge per gli inter­venti a soste­gno della fami­glia tut­tora vigente nel Lazio riguardi esclu­si­va­mente le fami­glie fon­date sul matri­mo­nio, e che addi­rit­tura subor­dini la con­ces­sione di pre­stiti a tasso age­vo­lato, l’edilizia resi­den­ziale pub­blica e il rim­borso delle spese rela­tive a utenze e impo­ste alla «esi­bi­zione dell’atto matri­mo­niale entro un anno dalla con­ces­sione dei benefici».

Già nel 2009 noi Radi­cali depo­si­tammo in Regione un refe­ren­dum che pre­ve­deva l’abrogazione di quella legge e il soste­gno alle fami­glie di fatto: poi, una volta eletti, i con­si­glieri regio­nali della Lista Bonino-Pannella pre­sen­ta­rono una pro­po­sta di legge che rimane tut­tora attuale.

Il nostro appello è quindi rivolto al pre­si­dente Zin­ga­retti, a Sme­ri­glio e alla loro mag­gio­ranza: dopo due anni di con­si­lia­tura è arri­vato il momento di porre rime­dio a que­sta intol­le­ra­bile situa­zione e di abro­gare subito una legge odiosa e discri­mi­na­to­ria nella filo­so­fia, nei prin­cipi e nell’impianto, che rap­pre­senta un vero e pro­prio vul­nus per i diritti di tutti i cit­ta­dini laziali.

*Gli autori sono rispet­ti­va­mente il pre­si­dente di Radi­cali ita­liani e il segre­ta­rio di Radi­cali Roma