RADICALI ROMA

Il Messaggero – «Campi rom, stop alle speculazioni»

di Alessia Marani

Il sindaco intende superare definitivamente il sistema ?La risposta del Campidoglio alle dichiarazioni di Buzzi sui delle baraccopoli con politiche abitative e autocostruzioni guadagni con i nomadi: «Nessuno potrà lucrare sui disagi»

IL PIANO  Avevano ragione gli uomini del boss Carminati intercettati dai Ros a dire che con «immigrati e rom si guadagna meglio che con la cocaina». Parole di Salvatore Buzzi, a capo della cooperativa 29 giugno. Dopo che la Procura ha scoperchiato la cupola di malaffare nell`inchiesta “Mondo di mezzo”, se ne è accorto pure il Comune di Roma. E il sindaco Ignazio Marino (che a dire il vero aveva già parlato di un`inversione di rotta dopo la sollevazione di Tor Sapienza) assicura: «Chiuderemo i campi rom, è finita la stagione dell`emergenza. Non permetteremo più a nessuno di lucrare sul disagio, sulla paura e la povertà. Anche l`Europa che ha prefigurato una violazione sistematica dei diritti, ce lo chiede». Il Campidoglio sta studiando un piano ad hoc.

BEST HOUSE ROM  Il primo cittadino lo ha messo nero su bianco inviando una lettera agli organizzatori del concerto “Roma suona rom” che si è tenuto l`altra sera all’Auditorium. «L`inchiesta della Procura – scrive il chirurgo dem – sta portando alla luce una realtà sconvolgente. Tuttavia le indagini confermano che questa amministrazione ha rappresentato un ostacolo (…). Conferma che oggi ci  spinge ad andare avanti con forza e convinzione sulla strada del cambiamento. E il cambiamento deve riguardare anche le politiche dell`accoglienza e la gestione dei campi rom dove il malaffare si è annidato traendo i maggiori guadagni». Marino ha, quindi, esortato il presidente dell`Associazione 21 luglio (no profit che si occupa di comunità rom e sinte) Carlo Stasolla e il consigliere comunale della Lista Civica Marino, Riccardo Magi, a interrompere lo sciopero della fame iniziato il 30 novembre per chiedere un cambio radicale nelle politiche del welfare. Marino ha promesso che andrà presto in visita al Best House Rom di via Visso, centro di raccolta temporanea dei rom sgomberati dai campi abusivi, diventato l`emblema della lotta di Stasollo e Magi. «Si tratta – spiega Magi – di un ex magazzino privo di abitabilità, con stanze senza finestre, messo in piedi in fretta e furia nel 2012 per ospitare i rom in via temporanea. Ma siccome non esistono politiche per favorirne l`uscita, lì le comunità sono rimaste. E di recente, si sono aggiunte altre provenienti dagli sgomberi della Cesarina e di Quintiliani. In tutto 350 ospiti, per metà bambini». E il business, anche qui, è garantito. «Se a Roma per la gestione dei campi rom sono stati spesi nel 2013 trenta milioni di euro, la più larga fetta per le strutture di Castel Romano e La Barbuta – continua Magi – per il  Best House Rom, gestito dalla cooperativa InOpera, il Comune continua a sborsare più di 600 euro a persona al mese. E di centri come questo ve ne sono altri due». Sui costi e i paradossi del BHR Magi aveva presentato un`interrogazione consiliare nei mesi scorsi «a cui non ho mai ricevuto risposta».

LE STRATEGIE  Marino ha ribadito di voler «lavorare con Magi per superare definitivamente il sistema dei campi rom». La traccia è segnata da alcune proposte avanzate al sindaco dalla 21 luglio. Innanzitutto, servirà una rapida ma approfondita indagine conoscitiva sui nuclei ospitati nei campi per capirne le necessità. «Poi – aggiunge Magi – l`utilizzo dei fondi per generare politiche di inserimento sociale non esclusive, ma fruibili da tutti i romani disagiati. Ci sono famiglie che sarebbero già pronte a uscire e che, per esempio, potrebbero essere indirizzate a politiche abitative o di autocostruzione, magari anche con un sostegno all’affitto». Il consigliere ricorda che «dalla Ue ci sono almeno sei, sette linee di credito disponibili su questo fronte a cui il Comune, tramite la Regione Lazio, non ha mai manifestato intenzione di accedere». E verso le quali «ora comincio a capire anche perché tanta indifferenza».