RADICALI ROMA

Il Messaggero (ed. Roma) – Ama-Cerroni La Procura indaga sugli "arbitri amici"

di Adelaide Pierucci

La Procura indaga sul lodo arbitrale che condannò Ama a pagare 78 milioni di euro all’imprenditore: decisero due ex consulenti di Colari

LA DECISIONE Finisce nel mirino della Procura il lodo arbitrale che ha rischiato di portare al dissesto le casse già disastrate (e saccheggiate) di Ama, condannando la municipalizzata per la raccolta di rifiuti a sborsare 78 milioni di euro alla Colari di Manlio Cerroni. Un arbitrato sospetto – si è scoperto ora – visto che due dei periti in passato avrebbero lavorato come consulenti proprio per Cerroni, il ras dei rifiuti, un imprenditore da anni in affari con la pubblica amministrazione e finito in manette a gennaio (insieme a dei collaboratori e dei dirigenti regionali) con l`accusa di associazione a delinquere per traffico di rifiuti. Per il lodo si procede per abuso d`ufficio. Per ora non ci sono indagati, ma solo un grosso interrogativo da sciogliere. Chi ha scelto gli arbitri per risolvere il contenzioso? O meglio chi di Ama ha concordato con la Colari le nomine visto che due professionisti sarebbero risultati più volte consulenti di fiducia del ras dei rifiuti?

LE PRETESE  Il pm Alberto Galanti, titolare del fascicolo, a breve procederà ai primi interrogatori. 178 milioni di euro che Cerroni aveva chiesto ad Ama con l’arbitrato risultato a lui favorevole, comunque, non sono che un antipasto per il suo gruppo: pretende, infatti, dall`azienda pubblica dei rifiuti altri 900 milioni di euro. Se il primo arbitrato, quello dei 78 milioni, era legato alla richiesta di risorse per la bonifica post mortem della discarica di Malagrotta, la seconda, quella quasi miliardaria, è legata al mancato contratto decennale che voleva gli venisse garantito dall’Ama. Cerroni infatti aveva costruito i Tmb e due linee del gassificatore (mai attivate) e si aspettava che l’azienda pubblica firmasse un contratto della durata di 10 anni bloccato però dall’allora sindaco Gianni Alemanno. A quel punto Cerroni ha battuto cassa per essere risarcito degli investimenti sostenuti e per i mancati introiti. L’attuale ad di Ama Daniele Fortini ad aprile, a poche settimane dalla nomina, aveva incontrato il procuratore capo Giuseppe Pignatone per discutere di rifiuti, arbitrati e salassi. Intanto l’Ama resta nel mirino anche del filone della maxi-inchiesta Mafia Capitale in cui sono emerse collusioni con il gruppo dell’ex Nar Massimo Carminati e dell’uomo delle coop Salvatore Buzzi per pilotare nomine dei manager di punta e di consiglieri, e aggiudicarsi così appoggi e appalti.