RADICALI ROMA

Il Messaggero (ed. Roma) – Pd ancora in tilt, la mossa di Marino: a raccolta tutti i consiglieri municipali

di Simone Canettieri

IL RETROSCENA  Sarà che l’«adunata» è stata convocata per i1 31 ottobre. Ma l`idea del sindaco Ignazio Marino di chiamare a raccolta tutti i consiglieri municipali del Pd (circa 200 persone) è stata vissuta come uno scherzetto, stile Halloween, dai vertici democrat della Capitale. Che lo hanno appreso con stupore a invito mandato, quasi per caso. Tanto che si sono sentiti a dir poco «scavalcati» dal chirurgo dem. Che in questo modo, è stata la lettura maliziosa ma realista del Pd romano, «ci passa sopra senza neanche chiederci più il permesso». Come? Parlando alla pancia dei territori: da Montesacro a Ostia. Senza più passare dalle fumisterie dove si litiga anche per chi deve per chi deve rispondere al citofono. Bisogna però leggere l`ordine del giorno di questa convocazione mariniana: un generico ma pregnante «si parlerà della situazione politica». E così il primo cittadino inaugura un nuovo canale faccia a faccia con gli eletti nei municipi, senza più passare dai livelli inter- medi. Scoppiato il caso, ieri sera dalla segreteria del primo cittadino hanno provato a mettere il silenzioso alla chiamata. Spiegando che si tratta «del primo incontro a un anno e mezzo dalla conquista del Campidoglio con i nostri eletti». Le assemblee a stretto giro di posta riguarderanno anche i consiglieri di Sel e della Lista Marino eletti nelle ex circoscrizioni. Cioè gli altri due azionisti della coalizione, che però a differenza del Pd, non hanno alle spalle la medesima struttura.

LO SCONTRO  Nemmeno a farlo di proposito, la notizia dell`assemblea è arrivata nel solito giorno di tensioni e liti all’interno del Pd. Questa volta con uno schema inedito. Il partito regionale contro quello cittadino, e viceversa, per l’ormai vexata quaestio della città metropolitana. Il partito cittadino – riunito in direzione al Nazareno ha accusato quello regionale «di aver avuto una linea confusa sul ruolo delle donne da mettere in lista». Caso che è culminato con due candidate sostituite in extremis e a lista approvata, tra le al- La lupa in Campidoglio  tre cose, e un segretario, Melilli, sull`orlo delle dimissioni. Ma davanti a questo affronto il partito del Lazio, con una nota congiunta•firmata proprio da Fabio Melilli e dalla presidente Lorenza Bonaccorsi, ha risposto pan per focaccia alle accuse dei romani. «Sì, c`è stata una difficoltà ma a causa della mancata sintesi delle federazioni». Traduzione: la colpa è stata del Pd di Roma che nel frattempo ha dormito, senza prendere una posizione. Mentre volavano i botta e risposta tra la città e il Lazio, la direzione cittadina del Pd si è anche animata, per usare un eufemismo, quando si è parlato del ruolo del vicesindaco della futura città metropolitana. Dalla segreteria è partita l`apertura a un nomina proveniente dalla provincia (Mauro Alessandri sindaco di Monterotondo) ma il giovane turco Claudio Mancini è tornato a caldeggiare come vice-Marino il consigliere capitolino Gianni Paris. Solite conseguenze: rumori, fronde, documenti per rinviare la discussione. Ecco, in questo caos si incunea l`iniziativa del sindaco di convocare tutti i consiglieri municipali democrat di Roma per parlare della «situazione politica». Sarà il primo passo per rottamare un partito già votato di per sé all`autodistruzione?