La notizia è di qualche giorno fa, ma non ha avuto grande risalto sulla stampa, eppure è una di quelle destinate, se non a rivoluzionare l’economia, a far osservare che certi equilibri stanno cambiando. Secondo la stima di Unioncamere, il Pil del Lazio è cresciuto dell’1.7 per cento, al pari di quello di Lombardia, Trentino e Liguria, storicamente regioni traino dell’economia nazionale, e ha portato con sé un aumento dei consumi. Inoltre le previsioni per il 2007 sono ancora rosee: secondo gli autori dello studio, si assisterà a una crescita dell’1.6 per cento.
RomaOne.it ha cercato di interpretare i dati con l’illustre guida di Giancarlo Elia Valori, presidente di Confindustria Lazio, che all’indomani della pubblicazione dei numeri di Unioncamere aveva detto, soddisfatto: “Non mi sorprende, evidenzia che il nostro sistema produttivo è garanzia di sviluppo”.
Presidente, commentando il dato di Unioncamere sull’aumento del Pil regionale ha detto che non la sorprende: perché? Cosa è cambiato nel Lazio in questi anni?
“Il modello Lazio, e lo dico senza falsa modestia, è quello che attualmente sta funzionando meglio in una fase storica di congiuntura debole e di incertezza economica generalizzata. I dati elaborati dal Centro studi di Unioncamere non mi hanno sorpreso, perché in questi anni c’è stata una grande creatività d’impresa accompagnata da una crescita occupazionale, sostenuta da un nuovo modello di relazioni industriali concertate, da me battezzato ‘modello del riformismo concertato’. Con questa logica di fondo fin dall’inizio del mio mandato, prima alla presidenza dell’Unione degli industriali di Roma e oggi di Confindustria Lazio, ci siamo impegnati per mettere in moto tutti i processi necessari atti a valorizzare le componenti territoriali dello sviluppo, attraverso la stesura di accordi e la realizzazione di nuovi organismi, alla base dei quali la flessibilità relazionale, del fare sistema, ha costituito il denominatore comune. I risultati conseguiti ne svelano l’efficacia, così pure gli studi e le statistiche di questi giorni riconoscono al nostro territorio notevoli avanzamenti e importanti primati, che vanno dalla crescita del Pil, all’incremento dell’occupazione, al consistente aumento delle imprese, al riconoscimento di otto distretti industriali, ma destinati a salire a breve a nove, alla tenuta delle esportazioni delle piccole e medie imprese”.
Dal modello Roma al modello Lazio, dunque, come ha detto anche l’assessore Ranucci, la Regione con il suo +1.7% rispetto all’anno scorso si fa traino del Paese al fianco della Lombardia. Quali sono i settori su cui si punta secondo Lei?
“Il sistema Lazio non piace solo per l’arte e il clima, ma è molto apprezzato per una serie di eccellenze che vanno dal chimico farmaceutico alla filiera della tecnologia d’informazione e telecomunicazioni, dall’agroalimentare ai settori della moda, del cinema, del turismo e dell’audiovisivo, dalla ricerca scientifica ai comparti più innovativi dell’artigianato, dal distretto aerospaziale all’emergente settore della nautica, per il quale, Confindustria Lazio, che ho l’onore di presiedere unitamente alla holding regionale Sviluppo Lazio, ha avanzato la richiesta di costituire un distretto regionale integrato, accolta con molto favore dalla Giunta regionale. Aggiungo inoltre che sta andando a gonfie vele il settore della costruzione di apparecchiature elettroniche. Così pure l’alta tecnologia, che sta portando il nostro sistema a primeggiare nei mercati mondiali, e soprattutto la ricerca. In questa direzione (tra l’altro il 93 per cento della ricerca fatta in Italia si concentra nel Lazio) la Giunta regionale ha creato, per il triennio 2006-2009, un fondo di 60 milioni per favorire il riordino e il potenziamento degli strumenti in materia di sviluppo economico, ricerca e innovazione, allo scopo di evitare la fuga di cervelli o di attrarre nei nostri centri di ricerca scienziati stranieri. A curare questa partita sarà Sviluppo Lazio, la holding regionale da me presieduta. Poichè il nostro sistema produttivo risulta in espansione nelle aree delle tecnologie, della comunicazione del turismo e dei servizi privati, i nostri sforzi saranno concentrati anche sugli elementi di criticità delle altre filiere affinché l’imperativo ‘Innovare, innovare, innovare!’ diventi una costante non solo per le nostre imprese ma anche per le parti sociali e le istituzioni locali”.
Dando uno sguardo al futuro, le previsioni sono molto rosee: il Pil continuerà a crescere, anche se con meno slancio, anche nei prossimi anni. In che modo contribuirà la cosiddetta ‘apertura alla Cina’? Le imprese laziali che sono andate laggiù nella recente missione hanno avuto riscontri commerciali positivi?
“Per i prossimi anni, in base a recenti stime elaborate al 2009, è prevista una crescita mediamente pari all’1.4 per cento. Una dinamica che esige, in una logica di concertazione, di mettere a sistema i fattori di sviluppo con l’obiettivo d’innalzare il Pil. Per i prossimi anni sono sostanzialmente ottimista e non solo perché l’ottimismo regola ogni mio agire, ma perché credo che vi siano tutte le condizioni per uno sviluppo della presenza delle nostre imprese nel mondo e molte opportunità di riconquistare spazi perduti. La Cina, in particolare, per molti aspetti è il Paese del futuro ed è favorevolmente aperto al modo di fare impresa e al nostro modo di agire e pensare. Lo è ancora di più oggi dopo la nuova apertura scaturita dalla recente missione, capeggiata dal Governatore Marrazzo, che consentirà alle nostre imprese di giocare un ruolo di primo piano”.