RADICALI ROMA

IL PRESIDENTE ELDR E IL VICE PRESIDENTE GIOVANI DEMOCRATICI U.S.A. INTERVENGONO IN SOSTEGNO DELLA LIBERTA' DI RICERCA

Roma, 19 febbraio 2005

Il Presidente del Gruppo Liberale europeo (ELDR) Graham Watson, è intervenuto con un messaggio alla conferenza stampa organizzata dall’Associazione Luca Coscioni, dai giovani Liberali Europei e da RadicaliRoma.

Watson ha esordito ricordando come in sede di Unione europea si sia dibattuto sulla questione del finanziamento della ricerca con cellule staminali decidendo di applicare il principio di sussidiarietà – ovvero permettendo il finanziamento laddove la legge nazionale lo permette, e che, quando si toccano argomenti di tipo etico, il compito di uno Stato che si vuole liberale, é quello di “regolamentare i fenomeni sociali in modo da lasciare il più ampio margine di libertà agli individui per compiere le scelte più consone alla loro concezione della vita, senza imporre una morale di Stato”.

“Questo non é accaduto in Italia – ha affermato Watson – Il governo Berlusconi ha promosso una legge sulla fecondazione assistita che impone una morale di Stato ispirata alle concezioni cattoliche, frutto di una promessa di Berlusconi fatta ai vescovi.

Watson ha poi ricordato la questione del referendum sulla fecondazione assistita e ha augurato agli italiani di ripetere l’esperienza vissuta con aborto e divorzio, ed di assicurare all’Italia, come pure a loro stessi, una nuova stagione di avanzamento della libertà e dei diritti civili.

La conferenza stampa ha visto anche la partecipazione di Jay Augustine, Vice Presidente dei Giovani Democratici Americani, che ha voluto portare il saluto del suo partito e il sostegno alla battaglia per la libertà di ricerca scientifica, in particolare sulle cellule staminali embrionali e ha annunciato di voler iniziare una collaborazione con l’Associazione Coscioni per impedire che in sede di Nazioni unite, la clonazione terapeutica venga considerata come la clonazione riproduttiva, confermando un fronte comune di lotta per evitare che l’Assemblea generale all’Onu voti a favore della messa al bando della clonazione terapeutica.

INTERVENTO DEL PRESIDENTE GRAHAM WATSON:

Cari amici,

permettetemi innanzitutto di ringraziare gli organizzatori di questo seminario sulla libertà di ricerca scientifica, sia per avere dato vita ad un evento che riunisce forze liberali e democratiche europee ed americane, sia per avermi invitato a partecipare e contribuire al dibattito – al quale a causa di precedenti impegni assunti altrove – contribuisco attraverso questo messaggio.
L’argomento che discutete oggi é estremamente importante e all’ordine del giorno delle agende politiche nazionali ed internazionali: in sede di Unione europea abbiamo infatti animatamente dibattuto la questione del finanziamento della ricerca con cellule staminali decidendo di applicare il principio di sussidiarietà – ovvero permettendo il finanziamento laddove la legge nazionale lo permette; in sede ONU é stata discussa una proposta di Convenzione internazionale volta a proibire la ricerca con cellule staminali – possibilità poi sventata anche grazie all’impegno della maggioranza degli Stati europei; negli Stati uniti la questione del finanziamento di questo tipo di ricerca é stato uno degli elementi di dibattito politico più rilevanti negli ultimi anni; mentre in Italia tra pochi mesi avranno luogo i referendum abrogativi della legge sulla fecondazione assistita promossa dal governo Berlusconi.
Quando si parla di libertà di ricerca scientifica, di ricerca con cellule staminali, di fecondazione assistita, si toccano questioni fondamentali per l’essere umano, quali la vita e la morte, la salute e la malattia, la riproduzione, la scienza, la coscienza ed il progresso. Su questo terreno si incontrano e si scontrano concezioni etiche, religiose e politiche diverse, ed il compito dello Stato é quello di trovare un equilibrio tra queste diverse concezioni. Il compito di uno Stato che si vuole liberale e non etico, é pero’ quello di regolamentare i fenomeni sociali in modo da lasciare il più ampio margine di libertà agli individui per compiere le scelte più consone alla loro concezione della vita, senza imporre una morale di Stato.
Questo non é accaduto in Italia. Il governo Berlusconi ha promosso una legge sulla fecondazione assistita che impone una morale di Stato ispirata alle concezioni cattoliche, frutto di una promessa di Berlusconi fatta ai vescovi (come lo stesso Berlusconi ammette candidamente), che é – anche a detta dei liberali di entrambi gli schieramenti – estremamente conservatrice, proibizionista, contraria ai diritti ed alle libertà delle donne, discriminatoria, tra le più restrittive in Europa e nel mondo. Contro di essa si sono mobilitati scienziati autorevoli, malati, donne. Gli schieramenti politici si sono spaccati in modo trasversale, e tale spaccatura si riproduce oggi anche in merito alla possibilità di modificare la legge in modo da evitare i referendum, cosa che mi auguro non accada.
Grazie all’iniziativa dei Radicali – ai quali si sono unite successivamente anche altre forze politiche aderenti al Partito liberale europeo, quali i Repubblicani europei e la Lista Di Pietro – ed al sostegno di milioni di cittadini, sono state raccolte nel corso di un’estate le firme necessarie per consultare la popolazione sulla legge 40. Tra pochi mesi avranno luogo i referendum per abrogare la legge sulla fecondazione assistita, e mi auguro che gli Italiani vogliano ripetere l’esperienza vissuta con aborto e divorzio, ed assicurare all’Italia, come pure a loro stessi, una nuova stagione di avanzamento della libertà e dei diritti civili.
Concludo inviando un caro saluto a Luca Coscioni, che con la sua forza e la sua militanza politica ci ricorda che milioni di malati, in Italia come in Europa, non potranno più recuperare il tempo che oggi viene sottratto alla scienza da leggi illiberali. L’impegno di Luca Coscioni sull’importante battaglia per la libertà della ricerca scientifica e per il cambiamento della legge italiana in materia di fecondazione assistita incontra il mio pieno sostegno. Vi ringrazio per l’attenzione,

Graham Watson