RADICALI ROMA

Il tassametro di Walter

  E alla fine l’ha spuntata Veltroni. Si è rivelata giusta la li­nea del dialogo, che quest’e­state era quasi parsa la linea del­la sottomissione, che invece ha condotto alla spaccatura del fronte dei tassisti. Dialogo sì, e pure a oltranza, ma solo con le si­gle sindacali. Escluse, quindi, le cooperative, compresa la 3570 del “Masaniello” Bittarelli. «La storia di chi urla, sbraita, grida “comunisti” o “fascisti” e mena i giornalisti è finita, almeno nel rapporto con l’amministrazio­ne», ha detto ieri il sindaco di Ro­ma. Che ha portato a casa un ri­sultato tondo: la firma dell’intesa. Cadono così le accuse contro di lui in quanto affossatore delle liberalizzazioni volute dal mini­stro Bersani, che in estate aveva scompaginato professioni e licen­ze. Allora il metodo Walter non piacque affatto: troppo timido verso la categoria che strepita, vo­ce appassita contro le urla. Meglio la pace sociale con i feroci taxi dri­ver della capitale, meglio conce­dere quel che chiedono (ma senza dare troppo a vedere), al limite ti­rare all’infinito un dialogo che mantiene lo status quo, chiudere gli occhi per tenerli meglio addestrati per i film della Festa all’auditorium. Perché a quello, si dice­va, il sindaco pensa: gli eventi più che i fatti, l’immagine più che la sostanza, la cosmesi più che il ri­paro. E le buche nelle strade? E l’inquinamento? E i taxi? I taxi appunto. E i tassisti. Quelli che ai consiglieri comunali dicevano «Sappiamo dove abiti, ti aspettia­mo sotto casa». L’approccio è sta­to morbido, si diceva, ma il taglio delle spine netto.
 
L’accordo, firmato ieri in Campidoglio con le sette sigle sin­dacali dei taxi driver capitolini non segnala passi indietro da par­te dell’amministrazione romana: mille nuove licenze dovevano es­sere, e mille saranno. Il che vuol dire arriverà a 7.200 il numero delle vetture sulle strade di Roma. Cambieranno poi le tariffe, ferme al 2001, nonostante l’aumento dei costi. E anche qui ci si aspetta qualcosa, per esempio, sul mistero della tratta Roma-Fiumicino, an­data e ritorno. Chi ti chiede 40 eu­ro, chi 60. L’armonizzazione non sarebbe cattiva. Certo non dipen­de solo dal Campidoglio, ma an­che da chi governa a Fiumicino. Anche qui confidiamo nell’ap­proccio morbido di Walter.