Decisa replica del Vaticano alla Chiesa anglicana sul tema dell’eutanasia nel caso di bambini nati prematura e gravemente malati, la quale ha inviato alla commissione scientifica indipendente «La posizione della Chiesa non varia, la vita non appartiene all’uomo ma al Signore», ha detto il cardinale Javier Lozano Barragan, presidente del Pontificio consiglio per la pastorale della salute. «Non si può togliere la vita, con qualsiasi mezzo diretto o indiretto, a un essere innocente. L’eutanasia non è mai ammessa. E questo vale per i malati terminali e anche per i bambini, anche che nascono con gravi handicap».
PARERE – La Chiesa anglicana aveva inviato un proprio parere alla commissione scientifica indipendente che sta valutando l’eticità di rianimare e curare piccoli venuti alla luce in condizioni disperate dopo gestazioni troppo brevi. «La Chiesa cattolica non impone, ma propone la sua dottrina», ha detto il card. Barragan. «La dignita della persona umana si basa su un principio numero uno, che è la vita e noi la vita la difendiamo dall’inizio fino al suo termine naturale. Mettere fine alla vita di una persona innocente, anche nel caso di un bambino prematuro gravemente ammalato, equivale a praticare l’eutanasia, e questo resta un’azione illecita, oltre che un atto di crudeltà. Tutto questo è molto diverso dall’accanimento terapeutico».
NON UCCIDERE – Barragan condivide la decisione dei sanitari di astenersi da cure inutili, «quando cioè si tratta di un uso di medicinali inutili e sproporzionati che servono a prolungare la dolorosa agonia di una persona che sarebbe ormai vicina alla morte. Nessuno è obbligato ad accettare queste terapie. In questo caso possiamo parlare di compassione. Ma se si tratta di ammazzare, bisogna ricordarsi che il quinto comandamento dice non uccidere».