LONDRA – Il generale croato Ante Gotovina, ricercato dal Tribunale penale dell’Aja per crimini di guerra e latitante dal 2001, sarebbe nascosto in un monastero francescano della Croazia, “protetto” dal Vaticano, che si rifiuta di collaborare con le autorità giudiziarie internazionali. E’ l’accusa che Carla Del Ponte, procuratore capo del Tribunale dell’Aja, lancia ai vertici della chiesa cattolica dalle colonne del quotidiano britannico Daily Telegraph. Dopo mesi di silenzio, Carla Del Ponte, decide di parlare.
L’ACCUSA – Fonti del procuratore le hanno rivelato che il generale Gotovina risiede in un monastero in Croazia. Per il Vaticano, afferma il procuratore nell’intervista, basterebbero pochi giorni per controllare e indicare quale degli 80 monasteri croati offre protezione al generale Gotovina, considerato un eroe nazionale in Croazia. Del Ponte ha inoltre riferito di essere stata in Vaticano nel luglio scorso e di aver incontrato il segretario di Stato, l’arcivescovo Giovanni Lajolo, ministro degli Esteri di Benedetto XVI per chiederne la collaborazione. Lajolo – così riporta Del Ponte – ha sottolineato che il Vaticano «non ha obbligazioni particolari» dal punto di vista del diritto internazionale. Quindi non è tenuto a parlare. Il procuratore si è detta «doppiamente delusa» dalla risposta della Santa Sede, ed ha affermato di aver scritto direttamente al Papa, senza ricevere risposta.
LA RISPOSTA DEL VATICANO – Carla Del Ponte non ha fornito nessuna prova nelle sue dichiarazioni, per questo il Vaticano rimane in attesa di chiarimenti dal procuratore sulla vicenda del generale Ante Gotovina. Si difende così il Vaticano attraverso le parole del portavoce della Santa Sede, Joaquin Navarro Valls, in riferimento all’articolo del Daily Telegraph. «L’Arcivescovo Lajolo – dice Navarro Valls – ha chiesto alla Del Ponte di indicare con precisione le prove che testimoniano della presenza di Ante Gotovina in un monastero croato per poter entrare in contatto con la competente autorità ecclesiastica. Alla richiesta di monsignor Lajolo la signora Del Ponte non ha finora corrisposto in alcun modo».
Molto secca anche la replica della Conferenza episcopale croata. «Le affermazioni della Del Ponte – si legge in un comunicato dei vescovi croati – sono inaccettabili e inusuali per l’istituzione che ella rappresenta». Il capo delle pubbliche relazioni della Conferenza episcopale croata, Anton Suljic, ha detto che la chiesa cattolica non ha la più pallida idea di dove si trovi il ricercato Gotovina.
IL GENERALE – Il generale Ante Gotovina guidò nel 1995 l’offensiva nella Krajina, regione al confine tra Croazia e Bosnia caduta in mano alle truppe di Belgrado. Secondo l’atto d’accusa del Tribunale dell’Aja, l’esercito croato, guidato dal generale Gotovina, è responsabile dell’uccisione di 150 serbi e di numerose violenze sui civili, oltre che dell’espulsione forzata di 200mila serbi dalla regione.
LA CROAZIA E L’UE – Il nodo sulla mancata cattura di Gotovina blocca anche i negoziati tra Zagabria e l’Unione Europea per l’ingresso della Croazia nella Ue. Domenica, a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite è avvenuto un incontro informale sul tema tra i rappresentanti di Gran Bretagna (detentrice della presidenza di turno Ue), Austria (uno dei maggiori sostenitori dell’adesione della Croazia) e del Consiglio Ue. Il passo successivo sarà la convocazione di un vertice a livello ministeriale da parte della presidenza britannica. Ma tutto dipende ancora dalla valutazione che il Tribunale dell’Aja farà sulla collaborazione delle autorità croate sulla cattura di Gotovina.