La legge votata in Spagna che legalizza le unioni delle coppie omosessuali, ha sollevato un ampio dibattito che non si è ancora spento, anche per la presa di posizione di Prodi, avvenuta in questi giorni, sui “PACS”(patti civili di solidarietà).
Il dibattito ha interessato l’istituto del matrimonio, l’istituto della famiglia, le loro finalità, la loro definizione, il loro rapporto con l’istituzione Stato.
L’argomento più gettonato dalle autorità religiose e “fans” clericali è stato quello dell’art. 29 della costituzione: ”La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”.
L’interpretazione e la lettura che n’è stata data è la seguente: ” l’unica famiglia è quella naturale, riconosciuta come tale dalla carta costituzionale, formata da un uomo e da una donna e dai loro figli, siano questi generati o adottati.
Interpretazione possibile, rispettabile, non carente d’immaginazione, ma ovviamente soggettiva, e la soggettività scaturisce da tante perplessità come:
– Con famiglia naturale perché si deve intendere solo quella formata da un uomo e da una donna?
– Non esiste ora legge vigente in Italia che vieta l’unione matrimoniale fra persone dello stesso sesso.
– Dove è detto che il matrimonio debba essere finalizzato per tutti alla continuazione della specie?.
– La famiglia che non vuole figli, o che biologicamente non può averli, rimane sempre una famiglia “costituzionale”?
– Il salto di qualità “civile e sociale” che la famiglia aveva maturato, rispetto alla coppia di fatto con il matrimonio “costituzionale”, lo perderà?
– Vi siete chiesti che gli omosessuali sono sempre esisti, ma sono stati sempre emarginati, perseguitati, ed ignorati dalla società e dalle istituzioni laiche e religiose?
– Vi siete mai chiesti che anche loro sono creature del vostro Dio che non ha creato uomini di serie A, e uomini di serie B?
– Vi siete mai chiesti che anche loro possono amare e soffrire? Perché tanto accanimento? Tanta insensibilità?
Le contraddizioni che emergono sono il frutto d’opinioni soggettive trasformate in leggi assolute, con la pretesa di farle valere in ogni luogo ed ogni tempo, senza timori e remore per i disagi e i dolori che provocano, salvo chiederne scusa e perdono in tempi futuri. Sarebbe preferibile non ripetere atti di contrizione.
Osvaldo Ercoli