RADICALI ROMA

In Lazio 300 mila euro per vendere formaggi

Cosa c’entrano le «marzoline» di Ca­stro con le attività di una comunità montana? C’entrano eccome, per­ché queste piccole formaggette fatte con latte di capra, assieme all’olio di Vallecorsa, alle mozzarelle di Ama-eno, alle castagne «camicelle» di Pa-trica e Supino ed alle ciambelle dei fornai di Giuliano di Roma rappre­sentano l’intervento più importante messo in programma dalla XXI Co­munità montana dei Monti Lepini Ausoni e Valliva, nel Lazio del Sud. Che due anni fa ha pensato bene di aprire direttamente un punto vendi­ta di specialità locali sulla strada che da Frosinone va al mare: in que­sto significativo progetto ha impe­gnato un quarto del suo bilancio an­nuale: 300 mila euro (destinati all’acquisto della sede) su un totale di 1,2 milioni di euro, per lo più spesi per far funzionare la macchina am­ministrativa. Più o meno come è ac­caduto l’anno prima, quando su un bilancio di 1,128 milioni circa, 128 mi­la euro sono finiti nelle tasche degli amministratori (2.700 euro al mese al presidente, mille a ognuno dei 9 assessori), 138 mila sono andati al personale, 228 mila in affitti di sedi e spese varie (fotocopie, telefonini, ecc), mentre più della metà del bi­lancio (ben 621 mila euro) sono stati accantonati per l’acquisto della se­de. Per la promozione turistica, le bi­blioteche, i musei, la protezione del suolo, i trasporti, i servizi socio-assi­stenziali e lo sviluppo economico, nulla. Appena 100 mila euro (meno del 10% del totale) è andato a inter­venti di tutela ambientale.
 
Non deve sorprendere dunque se per illustrare la sua proposta di leg­ge di abolizione delle Comunità mon­tane, presentata a metà febbraio, il Radicale Sergio D’Elia parta proprio dal caso di questa comunità monta­na laziale, che raggnippa 9 Comuni in tutto per un totale di 30 mila abi­tanti. «La molteplicità di enti locali in Italia rappresenta un’idea sbaglia­ta di decentramento» sostiene il de­putato, che cita un altro caso limite, quello dell’Umbria. «Una regione co­stituita da 2 Province, 92 Comuni, 9 Comunità montane, 3 ambiti territo­riali e 4 parchi, per 800 mila residen­ti». Del resto basta andare su Inter-net per scoprire altre stramberie: la Comunità della Valle Camonica ha ben 125 consiglieri, 9 assessori e 11 commissioni, quella della Gallura ha promosso workshop a Londra, Stoc­colma, in Germania e Svizzera. In Lunigiana organizzano corsi di gin­nastica dolce, nel forlivese spettacoli coi falchi, la Comunità «romana» dei monti Lepini progetta una due gior­ni dedicata agli stornelli e all’hip hop, in Valcurone (Alessandria) stanno lavorando a un campo da golf da 18 buche. Tutte iniziative che assorbono centinaia di migliaia di euro e che spesso con la montagna non hanno nulla a che vedere.